LIBANO. NASRALLAH INTERVIENE DOPO UN LUNGO SILENZIO, ‘SIAMO PRONTI AD ATTACCARE’

Aggiornato il 08/11/23 at 08:40 pm

di Shorsh Surme –…………Il discorso del leader libanese di Hezbollah, Hassan Nasrallah, non è stato coerente con gli scenari di marketing e propaganda dell’organizzazione sciita, discorso che è arrivato dopo un insolito silenzio fin dall’inizio della guerra israeliana nella Striscia di Gaza.
Nasrallah ha affrontato nel corso del suo intervento, durato circa un’ora e mezza, i contesti e le ragioni che hanno scatenato l’attacco a sorpresa di Hamas sferrato 7 ottobre, quindi ha parlato delle implicazioni internazionali e regionali fino ad affrontare una questione relativa all’Iran, ribadendo la sua posizione che nega il suo collegamento con l’attentato. Ha poi aggiunto che “L’Iran non esercita alcuna tutela sulle forze di opposizione, e i veri decisori sono i leader”, e che “La resistenza e i suoi combattenti servono i loro obiettivi in modo autonomo”.
Nasrallah ha collegato l’escalation dei movimenti delle sue forze militari nel sud del Libano allo svolgimento delle operazioni militari a Gaza e al comportamento militare di Israele nei confronti del Libano, considerando che “il partito è già entrato in battaglia dall’8 ottobre”.
Pur sottolineando che un terzo dell’esercito israeliano si trova al confine libanese, e che una parte importante di esso è costituita da forze d’élite, ha dichiarato che “tutte le possibilità sul nostro fronte sono aperte, come pure tutte le opzioni sono sul tavolo, e noi possiamo partire con le operazioni in qualsiasi momento”.
Il leader di Hezbollah ha anche individuato due obiettivi: il primo legato a “fermare la guerra e l’aggressione a Gaza”, e il secondo alla vittoria di Hamas.
Secondo alcuni analisti Nasrallah “non ha scavalcato la posizione dell’Iran”, mentre altri ritengono che le sue dichiarazioni siano state “equilibrate”; un analista politico israeliano ha letto nelle frasi espresse da Nasrallah un “mantenere le cose come sono”, ovvero una dichiarazione implicita di non entrare in battaglia.