Il massacro siriano nel silenzio della comunità internazionale

Aggiornato il 03/05/18 at 04:34 pm


di Shorsh Surme

10 febbraio 2012 – Un anno fa scopiava la rivolta araba che dalla tunisia dopo pochi giorni aveva raggiunto l’Egitto, lo Yemen e la Siria, dove i residenti di un quartiere della città di Homa, nel sud della Siria,…… sono scesi in piazza per protestare contro l’arresto e la tortura degli studenti che avevano scritto degli slogan contro il regime di Assad.
Da lì la rivolta civile degli Siriani si diffuse rapidamente in gran parte del paese, fino ad arrivare nella zona curda, dove i tre milioni e mezzo di Curdi vivono perenamente sotto assedio militare siriano. Il presidente Bashar al-Assad, che ha ereditato la dittatura da suo padre, Hafez al-Assad, usa e ha usato il pugno di ferro nei confronti dei rivoltosi che erano e sono armati solo di telefonini e macchine fotografiche per riprendere la loro tragedia.
Ricordiamo che la Siria divenne indipendente il 16 aprile 1946. A seguito della Guerra arabo-israeliana del 1948 per il controllo della Palestina, la Siria passò attraverso una serie di colpi di stato militari nel 1949, l’ascesa del Partito Baath, e l’unificazione della nazione con l’Egitto nella Repubblica Araba Unita nel 1958. La RAU durò per tre anni e si dissolse nel 1961, quando un comitato militare segreto, che includeva diversi ufficiali alauiti insoddisfatti, tra cui Hafi al-Asad e Halah Jadid, aiutò il Partito Baath a prendere il potere nel 1963.
Nel 1966, gli ufficiali dell’esercito di orientamento alauita si ribellarono ed espulsero il vecchio Baath che aveva guardato a Michel Aflaq e Halah al-Din al-Bitar per la sua leadership. Questi promossero Zaki al-Arsuzi come il “Socrate” del loro ricostituito Partito Baath. Nel 1970, l’allora colonnello dell’Aeronautica Militare Hafi al-Asad prese il potere ed incitò un “movimento correzionista” nel Partito Baath. Nel 1971 al-Asad divenne presidente della Siria.
Lo status degli alauiti venne migliorato significativamente e nel 1974 l’Imam Musa al-Sadr, capo degli sciiti duodecimani del Libano, proclamò l’accettazione degli alauiti come veri musulmani. Fino a quel momento le autorità musulmane – sia sunnite sia sciite – si erano rifiutate di riconoscerli come veri musulmani e, di fatto, la massima parte del mondo sunnita e sciita rifiuta ancor oggi di riconoscere come musulmani gli alauiti. Infatti, gran parte dell’elite del paese appartengono alla setta alawita, in particolare i militari insieme alla polizia politica (Al – Mukhbarat). Per cui, dopo la caduta del regime di Saddam Hussein in Iraq, quello siriano è rimasto l’ultimo baluardo del regime baathista.

La Siria è stata espulsa dalla Lega Araba nel dicembre 2011, e nel gennaio 2012 aveva accettato la presenza degli osservatori della Lega Araba nelle zone sotto assedio dei militari, ma purtroppo neanche la presenza degli osservatori ha potuto rallentare la violenza.

L’unica sperenza che era rimasta dopo il falimento della Lega Araba era quello di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma anche questa è fallita per colpa del doppio veto della Russia e della Cina che per intressi di bottega non sono state favorevoli ad una risoluzione che possa poteggere la popolazione civile del massacro.

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