Iraq: undici esplosioni devastano Baghdad

Aggiornato il 03/05/18 at 04:34 pm


di Schirru Pamela

L’ultimo contingente di 500 militari a stelle e strisce ha salutato il suolo iracheno nemmeno una settimana fa. Sette giorni dopo, l’Iraq ripiomba nel vortice degli attentati. Un escalation di sangue e violenza ha…… sconvolto nella mattinata di oggi Baghdad. Una serie di attentati compiuti a raffica ha squarciato l’apparente tranquillità quotidiana. Fonti indirette parlano di undici esplosioni avvenute a distanza ravvicinata in diversi punti della città, che hanno provocato una vera e propria carneficina. Al momento risulterebbero 57 vittime e 179 feriti accertati, ma il bilancio è destinato a salire nel corso delle ore. Nonostante le pochissime informazioni a disposizione, non si esclude l’ipotesi di un’azione pianificata e coordinata in maniera minuziosa. Le deflagrazioni sono avvenute a distanza di qualche minuto le une dalle altre; nel mirino numerosi quartieri dislocati in svariati punti della città irachena. L’esplosione più devastante si è verificata nel quartiere di al – Amal, dove almeno sette persone sono rimaste uccise. Dietro la serie di attentati compiuti oggi, ci sarebbero vecchie ostilità ideologiche, religiose e politiche tra sunniti e sciiti (che rappresentano la minoranza della popolazione irachena). Un astio secolare che potrebbe innescare nuovamente un clima conflittuale nel Paese. Le prime immagine diffuse in rete dalle agenzie di stampa internazionali mostrano l’efferatezza dell’attacco. Uno degli ordigni ha aperto un profondo cratere sull’asfalto, danneggiando un’intera struttura di cemento armato e riducendo in carbone una ventina di auto parcheggiate nei dintorni.
La guerra in Iraq non è affatto finita. E la serie di attentati compiuti nella giornata di oggi non fanno presagire nulla di buono. L’ottimismo manifestato nei giorni successivi al ritiro dell’ultimo contingente americano si sta trasformando pian piano nella consapevolezza che il processo di transizione sarà duro e costellato di ostacoli. L’eredità americana pesa parecchio sul nuovo governo di Baghdad, troppo debole all’esterno per fronteggiare possibili (e probabili) ingerenze provenienti dal di fuori. A ciò si aggiunge la profonda frattura interna tra sciiti e sunniti. Timori confermati anche dal Primo Ministro iracheno Al Maliki.
Fonte: Universy

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