Biennale di Venezia. Padiglione dell’Iraq

Aggiornato il 03/05/18 at 04:35 pm


Gli artisti iracheni contemporanei non hanno mai avuto la possibilità di presentare il loro lavoro per un padiglione iracheno alla Biennale di Venezia; la prima e ultima rilevante comparsa, nel 1976, ha mostrato solo alcuni dei loro artisti “moderni”. Il padiglione dell’Iraq del 2011 vuole presentare al mondo una stimolante selezione di 6 artisti da due generazioni, che comprendono diverse discipline artistiche (pittura, performance, video, fotografia e installazione).
Questo è un periodo straordinario per l’Iraq. Il progetto di creare un padiglione ufficiale per la 54. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia nasce da un incessante lavoro di squadra iniziato nel 2004. Avviene storicamente in un periodo di gran rinnovamento, dopo oltre 30 anni di guerre e di conflitti.
Il Padiglione dell’Iraq accoglierà sei artisti contemporanei iracheni di fama internazionale che si caratterizzano per una ricerca artistica sperimentale dovuta all’esperienza sia dentro che fuori il loro paese.
Questi artisti, dopo aver studiato arti visive a Baghdad, hanno completato il percorso artistico in Europa e negli Stati Uniti. Rappresentano due generazioni: la prima, nata nei primi anni ‘50, ha vissuto sia l’instabilità politica che la ricchezza culturale di quel periodo in Iraq. Ali Assaf, Azad Nanakeli e Walid Siti erano già attivi durante gli anni ‘70, nel periodo di creazione del socialismo politico che ha segnato la loro formazione. La seconda generazione, che include Adel Abidin, Ahmed Alsoudani e Halim Al Karim, è cresciuta durante il dramma della guerra Iran-Iraq (1980-1988), l’invasione del Kuwait, la schiacciante sanzione economica delle Nazioni Unite e il successivo isolamento artistico. Questi artisti, usciti dal paese prima dell’invasione del 2003, trovano rifugio in Europa e negli USA grazie anche ad un connubio di fortuna e capacità artistiche. Tutti i sei artisti hanno, dunque, un’identità forgiata da una pratica artistica contemporanea che congiunge la situazione globale alla particolare esperienza irachena e rappresentano un approccio sofisticato e sperimentale di portata internazionale. I sei artisti eseguiranno opere in situ, ispirate sia agli spazi della Gervasuti Foundation che alla tematica dell’acqua. Questo è un argomento attuale in quanto la mancanza di un bene primario come l’acqua è una delle maggiori emergenze in Iraq, più della guerra civile e del terrorismo. Sarà anche proiettato un documentario a cura di Rijin Sahakian che affronta la vita d’alcuni giovani artisti che vivono oggi in Iraq. Il padiglione dell’Iraq è stato realizzato grazie a Shwan I. Taha e Reem Shather-Kubba / Patrons Committee, MerchantBridge Bank, e con il contributo di privati ed enti pubblici, di varie istituti governativi iracheni e il generoso supporto dell’Arab Fund for Arts and Culture. Patrono Onorario è l’architetto Zaha Hadid.
Fonte: Biennale di Venezia

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