Una Dream City per dimenticare il passato


di Giuliano Di Caro

Immaginatevi un parco di divertimento che celebra una visione, il sogno di un popolo senza nazione come quello curdo. Il parco Dream City, nel Kurdistan iracheno, è proprio questo: un tentativo collettivo di superare gli orrori del passato e scrivere un futuro migliore. LA CITTÀ DEL SOGNO DEI CURDI. «Nel 2006 stavamo lavorando a un servizio sull’identità e aspirazioni dei curdi e ci siamo imbattuti in questo parco pazzesco, grande, molto ben tenuto. L’idea del progetto è nata quando abbiamo varcato le soglie di questo crocevia di storie e etnie» ha raccontato Anoek.
«Dream City è stato costruito da un ricco imprenditore del Kurdistan iracheno dove un tempo sorgeva una base militare di Saddam Hussein». Un luogo del terrore per i curdi: da lì partivano le campagne di sterminio delle truppe del dittatore iracheno nella regione di Duhok. Fino al 1991, in centinaia sono inoltre stati imprigionati, torturati e uccisi nella base.
EVASIONI E GUERRA. «Le persone arrivano da tutte le parti del Paese, affrontando viaggi anche molto lunghi solo per passare un paio di giorni lontano dalla guerra e dalle preoccupazioni.
È un luogo dal potente valore simbolico: sunniti, sciiti, curdi, militari americani, tutti insieme a mangiare gelati e visitare questo spazio comune, simbolo della libertà e della vittoria contro la repressione di Saddam, dove sembra esistere soltanto l’evasione e una sorta di felicità irreale», ha spiegato la
fonte: lettera43

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