IRAQ. IL DRAMMA DEGLI YAZIDI. BARZANI, ‘GENOCIDIO NON FINITO FINO A CHE NON TROVEREMO L’ULTIMO YAZIDA’

Aggiornato il 05/08/23 at 04:34 pm

di Shorsh Surme –——Durante un evento per commemorare il nono anniversario del genocidio degli yazidi per mano dei terroristi dello Stato Islamico (ISIS), il presidente della Regione del Kurdistan Iracheno, Nechirvan Barzani, il capo dell’UNAMI e diversi inviati diplomatici hanno preso parte ad un evento a Erbil in cui hanno sottolineato la necessità di normalizzare la situazione della sicurezza degli yazidi di Shingal (Sinjar) nella speranza di assicurare un ritorno dignitoso per i membri della minoranza religiosa.
L’ISIS ha invaso il cuore territoriale degli yazidi di Shingal nell’agosto 2014 e ha commesso atrocità, tra cui il genocidio contro il gruppo etnico-religioso; più di 6mila yazidi sono stati rapiti e circa 2.700 sono ancora dispersi, mentre poco è stato fatto per portare sollievo a coloro che l’hanno scampata.
“Nessuno avrebbe mai creduto che nel XXI secolo sarebbe stato commesso un crimine così efferato contro l’umanità”, ha dichiarato il presidente Nechirvan in un discorso di apertura dell’evento, definendo le atrocità dell’ISIS contro la comunità yazidi un “crimine senza precedenti”.
Il presidente Barzani ha istituito nel 2014 l’ufficio per la salvezza degli yazidi al fine di trovare e restituire le donne e i bambini yazidi scomparsi, e ha promesso che continuerà a lavorare instancabilmente fino a quando non sarà trovato l’ultimo yazida scomparso.
“Finché rimarrà un solo yazida disperso, questo genocidio non è finito”, ha aggiunto.
Anche i rappresentanti delle missioni diplomatiche in Iraq e nella Regione del Kurdistan Iracheno hanno sottolineato l’entità della situazione degli yazidi, ribadendo il loro impegno a sostenere la comunità yazida e rinnovando l’appello per l’attuazione dell’accordo di Shingal.
Baghdad ed Erbil hanno firmato nel 2020 un accordo per “normalizzare” la situazione a Shingal, che prevede il ritiro dei gruppi armati, comprese tutte le forze affiliate al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) presenti in città. L’accordo è stato respinto dal PKK e dai suoi alleati.
Il presidente Barzani ha dichiarato che Shingal continua a lottare con la mancanza di sicurezza, stabilità e opportunità di lavoro che ostacolano il ritorno in di molti residenti della città. Ha invitato il governo federale iracheno a ricostruire il cuore della città, esortando le autorità competenti di Erbil e Baghdad a lavorare sull’attuazione dell’accordo di Shingal.
“È un momento importante per invitare il Parlamento, il governo e i partiti politici della Regione del Kurdistan e dell’Iraq a tenere una riunione speciale per dare seguito agli accordi precedenti e trovare una rapida soluzione per normalizzare la situazione a Shingal”, ha aggiunto Barzani, il quale ha anche esortato tutti i gruppi armati non ufficiali, incluso il PKK e tutti i gruppi affiliati, ad evacuare Shingal, poiché “non hanno ottenuto nulla se non creare più problemi, insicurezza e instabilità a Shingal e agli yazidi, infierendo sulle loro ferite”.
La situazione della sicurezza a Shingal rimane drammatica, cosa che rende difficile e pericoloso il ritorno di molti sfollati yazidi. Si verificano scontri tra l’esercito iracheno e le Unità di resistenza di Shingal (YBS), una milizia interamente yazida.