Siria, le milizie pro-Turchia continuano a saccheggiare i siti archeologici per fare cassa

Aggiornato il 17/08/22 at 06:14 pm

Le milizie pro-Turchia continuano a saccheggiare i siti archeologici in Siria per fare cassa. L’epicentro degli scavi, mascherati da lavori stradali, è Aleppo e le devastazioni potrebbero aumentare in caso di invasione del Kurdistan
Le milizie pro-Turchia in Siria continuano a saccheggiare i siti archeologici per fare cassa. L’ultimo in ordine di tempo a essere stato preso di mira è A’h-Dam, nell’area di Afrin (Aleppo), completamente vandalizzato per cercare tesori nascosti da rivendere al mercato nero delle antichità. Nei giorni precedenti il copione si era ripetuto ad Hamo (distretto di Jindires). Gli scavi, peraltro, sono mascherati ogni volta da teorici lavori stradali. Il contrabbando di artefatti ad Afrin era cominciato nel 2019, quando le fazioni alleate delle TAF avevano invaso il quadrante. Poi, però, si era quasi fermato. Invece, recentemente, a causa del taglio degli aiuti finanziari da parte di Ankara, è ripreso a pieno ritmo e si è esteso, anche grazie alla complicità di alcuni trafficanti, che operano tra la Siria e la Turchia. Peraltro, queste attività potrebbero aumentare ulteriormente se si concretizzasse la preannunciata offensiva turca in Kurdistan.
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