IRAQ. ELEZIONI: PRIMO PARTITO IL MOVIMENTO DI AL-SADR

Aggiornato il 13/10/21 at 09:20 pm

di Shorsh Surme — Si sono svolte domenica in Iraq le elezioni politiche, con diversi mesi di anticipo a causa delle continue proteste antigovernative dei giovani iracheni. Questi, che nel 2019 e nel 2020 hanno dato vita a corpose manifestazioni in tutto il paese, accusano i leader politici di essersi arricchiti a spese dei cittadini, poteste spesso represse nel sangue che hanno costretto il governo di al-Abadi e lo stesso premier a dimettersi.

Proprio in quelle proteste hanno perso la vita più di 600 persone, uccise per mano dell’apparato di sicurezza irachena. L’affluenza alle urne di domenica 10 ottobre è stata del 41%, un minimo storico nell’era post-Saddam Hussein che segnala un diffuso malessere e sfiducia nei confronti dei leader del paese. Il voto per il rinnovo del parlamento ha visto un calo di tre punti rispetto al 44% delle elezioni del 2018, un’astensione record di quasi il 60%.


Il partito del leader sciita, Moqtada al-Sadr ha ottenuto la maggior parte dei seggi, più di 70 su 329: “Il numero approssimativo è di 73 seggi”, ha detto all’AFP un funzionario sadrista dopo aver contato il numero dei candidati della corrente che si sono assicurati un seggio. Ciò significa che il gruppo peserà parecchio nella formazione del nuovo governo e nella nomina del futuro premier.

La creazione della compagine governativa potrebbe richiedere tuttavia settimane di negoziati politici senza che ci sia un chiaro leader all’orizzonte. Al-Sadr dovrà affrontare la feroce concorrenza dei rivali politici sciiti e degli estremisti filo-Iran che desiderano portare il paese in un’orbita più stretta a Teheran.

Anche i curdi hanno portato a casa un buon risultato. Il partito Democratico del Kurdistan (PDK) rimane terzo partito insieme a una fazione sunnita guidata dal presidente dell’attuale parlamento, Mohamed al-Halbousi: avranno i seggi sufficienti per dire la loro nella scelta del prossimo primo ministro.