Ad Afrin l’occupazione turca vieta la lingua curda nelle scuole

Aggiornato il 22/09/21 at 08:46 pm

Redazione Nena news — A denunciare le nuove regole introdotte dall’occupazione turca e islamista del cantone curdo-siriano di Afrin è Shena Kalo, portavoce del Democratic Society Education Committee di Shehba, il luogo in cui nella primavera 2018 si rifugiarono centinaia di migliaia di residenti di Afrin, in fuga dalle violenze.

Parlando a Mezopotamya Agence, Kalo ha riportato della rimozione della lingua curda dal curriculum scolastico, ultimo passo di una lunga operazione di cancellazione dell’identità e della presenza curda nel cantone, fino al 2018 parte dell’Amministrazione autonoma della Siria del Nord-est. Un passo che segue a continui sfollamenti, estorsioni, omicidi mirati, rapimenti e richieste di riscatto, ampiamente denunciate in questi anni dalle organizzazioni locali.

“Abbiamo aperto scuole nei villaggi e nei distretti – spiega Kalo – sotto la guida di migliaia di insegnanti. Non abbiamo creato solo educazione, ma ogni settore del nostro sistema, oggi attaccato dallo Stato turco. Hanno introdotto una politica di distruzione di tutto quello che i curdi hanno ottenuto”. Tra questi la distruzione di scuole preesistenti e l’apertura di nuovi istituti gestiti dalla Turchia e dai gruppi islamisti che amministrano Afrin e l’imposizione della lingua turca nelle classi. Ora si insegna solo in turco e in arabo, mentre i nomi delle strade, dei villaggi e dei quartieri sono stati modificati.