Aggiornato il 16/02/21 at 09:29 pm
di Shorsh Surme –Papa Francesco sarà il primo pontefice della storia a visitare l’Iraq e Kurdistan. I giornali e i media sono molto concentrati su questo viaggio apostolico, nella speranza che possa portare la pace e la fratellanza sia tra le etnie sia tra le confessioni religiose.
Proprio ieri uno dei leader sciiti, il controverso Muqtada al-Sadr, ha accolto con favore l’imminente visita di Papa Francesco in Iraq, che si terrà dal 5 all’8 di marzo prossimo. Muqtada in un Tweet ha scritto che “L’apertura verso le altre religioni è una buona cosa, quindi Le diamo il benvenuto, La accogliamo con il cuore e le braccia aperte”.
Anche in Kurdistan c’è entusiasmo, anche perché la maggior parte dei cristiani perseguitati sia dell’Iraq che della Siria in questo momento si trovano proprio in Kurdistan, precisamente nella città di Erbil, capitale della ragione autonoma, dove il Papa terrà la santa messa nello stadio di Fransu Hariri.
Il primo ministro curdo Masrur Barzani, che nel febbraio scorso aveva visitato il Vaticano incontrando Papa Francesco, in quell’occasione lo invitò in Kurdistan.
Dopo Baghdad il Papa si recherà nella città santa sciita di Najaf per incontrare per la prima volta nella storia il capo degli sciiti dell’Iraq, l’Ayatollah Ali al-Sistani, l’attuale maggior ayatollah e guida spirituale e politica dell’Iraq: è nato in Iran, ma risiede in Iraq dal 1951, è a capo della Marja al-taqlid, ed è il massimo esponente religioso sciita duodecimano in Iraq e nel mondo.
Il 7 marzo papa Francesco sarà a Mosul (la vecchia Ninive) e a Qaraqosh; questa, situata a circa 30 chilometri da Mosul, è una città assira nel nord dell’Iraq e fa parte del governatorato di Ninive, vicino alle rovine delle antiche città assire Nimrud e Nini. Questa cittadina è stata distrutta dell’Isis nel 2014.
La visita del Papa arriva in un momento in cui nel Paese sono rimaste solo poche centinaia di migliaia di cristiani. Si stima che ne siano rimasti solo 400mila in Iraq, come ha detto all’AFP William Warda, co-fondatore dell’Organizzazione per i diritti umani di Hammurabi, un numero in calo rispetto agli 1,5 milioni del 2003.
Il significato di questo viaggio apostolico che sta per compiere Papa Francesco si può esprimere in tre parole: speranza, fratellanza e convivenza civile tra i popoli dell’Iraq.