Elezioni parlamentari Iran. Trionfano i conservatori ma l’astensionismo è ai minimi storici

Aggiornato il 27/02/20 at 08:44 pm

di Diego Fiorin —- Il 21 Febbraio il popolo iraniano, circa 58 milioni di elettori, è stato chiamato alle urne per quelle che saranno le undicesime elezioni parlamentari della Repubblica islamica di Iran per eleggere il Majles dell’Iran. Ufficialmente chiamato Assemblea consultiva islamica, definito anche come Parlamento iraniano, è l’organismo legislativo della Repubblica Islamica dell’Iran, corrispettivamente composto da composto da 290 seggi, 5 dei quali sono riservati a minoranze etniche e religiose.
Alle elezioni si è registrata un’affluenza ai minimi storici, registrata solamente nel ’79, anno della rivoluzione. La maggior parte degli elettori moderati e riformisti si sono astenuti come pronosticato.
“Solo quattro elettori su dieci si sono recati alle urne in Iran per il rinnovo del Parlamento, e addirittura solo uno su quattro a Teheran. Ai riformisti solo 16 seggi: la maggior parte delle loro candidature era stata bocciata dai Guardiani della rivoluzione” (il FattoQuotidiano, 24/02)
Dai dati di affluenza si deduce una palese caduta della credibilità dei cittadini nei confronti delle istituzioni della Repubblica islamica, fiducia già stata messa in discussione negli ultimi mesi da una serie di eventi tragici. In particolare dalla morte di Soleimani, dall’abbattimento per errore dell’aereo ucraino e dall’emergente allarme provocato dalla nuova minaccia mondiale del coronavirus (CODIV-19), che in questi giorni sta investendo il Paese.
In seguito alle numerose bocciature della maggior parte dei candidati riformisti da parte del Consiglio dei Guardiani, era già stata prevista una vittoria indiscussa dello schieramento dei conservatori e degli ultraconservatori. Di fatto i conservatori hanno stravinto. Tuttavia risulta una vittoria a metà in quanto solo il 42% degli iraniani si è recato alle urne per il rinnovo del Majlis, riducendo dunque il valore della vittoria dei conservatori.
Sistema politico delle Repubblica islamica dell’Iran
l’Iran ha un sistema politico duale in cui prevale quello religioso. L’Iran è infatti una Repubblica islamica, presidenziale e teocratica nella quale una parte delle istituzioni, il Parlamento e il Presidente, sono eletti dal popolo, mentre dall’altra esistono una serie di organi religiosi che hanno il compito di controllare l’operato delle istituzioni in base alla loro fedeltà al Corano e ai principi dell’Islam. Al vertice del sistema costituzionale e politico c’è la Guida Suprema che ha potere di veto e di indirizzo anche sul presidente, che è a capo dell’esecutivo.
‘Parlamento di guerra’
In questo contesto, la vittoria del blocco composto dai conservatori e dagli ultraconservatori risulta una minaccia per l’occidente e soprattutto per le relazioni già tese con gli USA.
Con una maggioranza schiacciante, anche il Parlamento ed il potere legislativo è passato di fatto sotto la diretta influenza del leader supremo Khamenei, preparandosi di fatto ad “indossare la divisa da guerra” per poter trattare con gli attuali nemici Americani.
“L’unica soluzione per scoraggiare i nemici – ha dichiarato nei giorni scorsi Khamenei – è far diventare più forte l’Iran e per questo serve un Parlamento forte, che deve poter fare delle leggi che servono e così guiderà tutti i governi che arriveranno dopo in una direzione corretta per il Paese”.
Il fronte conservatore, da sempre spinge molto sul sentimento nazionalista, “incolpando il presidente Rohani di essersi colpevolmente fidato degli Stati Uniti, che nel 2018 sono usciti unilateralmente dall’accordo sul nucleare e che pochi mesi fa hanno ucciso uno dei simboli di Teheran”. (SkyTg24, 19/02)
La progressiva irrilevanza politica del presidente Rohani sarà un’altra delle conseguenze del risultato elettivo. Il Presidente riformista, che si appresta ad affrontare un difficile ultimo anno di mandato, non ha risparmiato le critiche al sistema politico iraniano: “Se il sistema sostituisce le elezioni con le nomine, e le elezioni diventano solo una formalità, sarà il pericolo più grande per la democrazia e la sovranità nazionale”. Secondo il presidente “dovremmo ottenere la fiducia del popolo e garantire che non c’è un regime del partito unico come nel comunismo. Oggi invece – ha proseguito il capo del governo di Teheran facendo riferimento al bando di molti candidati – è come se si andasse al negozio per comprare qualcosa, ma fosse poi permesso di scegliere solo una marca”.

Il FattoQuotidiano, 24 febbraio 2020 (https://www.ilfattoquotidiano.it/blog/collaboratoregenerico/ptype/articoli/)
SkyTg24, 19 febbraio 2020 (https://tg24.sky.it/mondo/2020/02/19/iran-elezioni-parlamentari-2020.html)
Islamic Parliament of IRAN (https://en.parliran.ir)

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