TURCHIA. ERDOGAN LICENZIA I SINDACI CURDI E LI SOSTITUISCE CON “SUOI” GOVERNATORI

Aggiornato il 31/08/19 at 02:53 pm

di Shorsh Surme –— Quello che sta succedendo in Turchia è incredibile. Su ordine del “sultano” – presidente Recep Tayyp Erdogan, il ministero dell’Interno ha rimosso i sindaci eletti democraticamente nelle fila del partito Democratico dei Popoli (HDP) , in particolare delle tre principali città curde di Diyarbakir, Mardin e Van: ha inoltre proceduto con l’arresto di 481 persone con accuse infamanti quali quella di appartenere al Partito dei Lavoratori del Kurdistan, meglio conosciuto come PKK.
E’ chiaro che Erdogan non ha digerito la sua confitta nelle elezioni del marzo scorso, perdendo persino Istanbul e Ankara.
Lunedì il governo di “sua maestà” ha deciso di nominare tre governatori non eletti delle tre città dove ha farro togliere i sindaci, ovvero Adnan Selcuk Mizrakli a Diyarbakir, Ahmet Turk a Mardin e Bedia Ozgokce Ertan a Van. I governatori, che hanno assunto quindi il ruolo di sindaci non eletti, si sono trasferiti negli edifici municipali fra enormi misure di sicurezza garantite da centinaia di agenti di polizia che hanno isolato i viali principali, hanno chiuso le strade con veicoli blindati e cani. Subito dopo questo atto illegale i parlamentari sia dell’HDP che dell’opposizione laica repubblicana del Partito popolare (CHP) hanno condannato duramente la decisione dell’amministrazione di Erdogan, che hanno denunciato come “non democratica e fascista”.�L’HDP ha ricordato che i sindaci licenziati di Diyarbakir, Mardin e Van, tutti comuni provinciali ciascuno con oltre un milione di abitanti, sono stati eletti rispettivamente col 63, 56 e 53 percento dei voti. In una dichiarazione il partito ha invitato tutte le parti a non “rimanere in silenzio”, perché “silenzio significa approvazione”.�Questa è una chiara violazione da parte del presidente Recep Tayyip Erdogan che come al solito sta passando sotto silenzio, in particolare dell’Unione Europea e della Nato.

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