La vittoria di Erdogan sull’Ue. In barba ai diritti calpestati dei curdi

Aggiornato il 03/05/18 at 04:38 pm

di Shorsh Surme
I parrucconi di Bruxelles, quelli che contraddicono in continuazione se stessi e che violentano quotidianamente la Convenzione europea per i Diritti umani a favore…….

dell’interesse economico, hanno colpito ancora. Lo scorso 29 novembre, oltre aver stanziato tre miliardi ad Ankara per rifugiati siriani (e capita spesso che siano maltratati della polizia turca) hanno riconfermato la prossima apertura dell’Unione Europea all’ingresso della Turchia e questo nonostante le violenze avvenute di recente nel paese di Recep Tayyp Erdogan e la continua violazione dei diritti umani perpetrata dal presidente turco e dai suoi sgherri.
Infatti sabato pomeriggio è stato assassinato a sengue freddo l’avvocato Tahir Elci, nato nel 1966 a Cizre, nel Kurdistan della Turchia (Nord Kurdistan) ed eletto diverse volte alla carica di presidente dell’Ordine degli avvocati curdi di Diyarbakir; era anche il presidente dell’associazione per i Diritti umani, era molto noto nel Paese ed era stato in carcere per aver detto che il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Partiya Karkerên Kurdistanê, Pkk) “non è un gruppo terroristico” ma una “organizzazione politica armata con grande seguito”. Il governo di Ankara considera invece il Pkk un’”organizzazione terroristica”. Mentre Elci era veniva intervistato da alcuni giornalisti chiedendo, nelle risposte, “La fine delle violenze tra lo Stato turco e il gruppo ribelle curdo Pkk, è stato colpito a morte.
Quello che risulta incomprensibile, a parte l’inqualificabile posizione poi assunta dall’Unione Europea a favore della Turchia, è come si possa tranquillamente chiudere gli occhi di fronte a una palese dimostrazione di violenza contro inermi cittadin.
I 28 Paesi dell’Unione Europea hanno deciso di sorvolare allegramente sulle inaudite violenze da regime dittatoriale perpetrate sia contro la minoranza curda, che conta 25 milioni di persone, sia contro i pacifici manifestanti in Turchia e di dare il via alla ripresa dei negoziati per l’adesione di Ankara alla Ue. Un messaggio molto chiaro al sultano Erdogan, che suona come “fai pure quello che vuoi, usa tutta la violenza che vuoi, noi non ce ne cureremo”.
Comprensibile la soddisfazione espressa da Erdogan per la bozza dell’accordo approvata: nella mossa di Bruxelles vede una sua vittoria schiacciante su quanti in Europa chiedevano di bloccare immediatamente la procedura di adesione della Turchia alla Ue: è la vittoria della violenza sul rispetto dei fondamentali Diritti Umani.

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