Kurdistan, le strutture politiche e sociali in Rojava – Parte 1 –

Aggiornato il 03/05/18 at 04:39 pm


Una visione generale della necessità delle istituzioni sociali e politiche e di come funzionano realmente Ciò che avviene nel Kurdistan siriano non può essere ridotto a una guerra contro l’ISIS, e per comprendere gli eventi nel Rojava uno…. deve immergersi nelle istituzioni da poco istituite che, sotto il titolo di Movimento per una Società Democratica (KCK, chiamato MED-VET in Rojava), stanno organizzando tutti gli eventi e settori nel Rojava. La mancanza di risorse di ricerca e studio, e la ristretta letteratura sugli studi di settore, hanno reso difficile definire completamente e spiegare patologicamente il sistema democratico autonomo dei tre cantoni.
In questo rapporto, l’obiettivo è di dare una visione generale della necessità delle istituzioni sociali e politiche e di come funzionano realmente.
Il Movimento per una Società Democratica
Nel Rojava, tutte le strade conducono a Abdullah Öcalan, e dunque per comprendere l’esperienza di questa zona è bene dare un’occhiata alle sue recenti idee. Abdullah Öcalan, il leader ideologico del Movimento per una Società Democratica (KCK), ha rivisto le passate idee del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) nella prigione di Imrali, e ha spiegato le sue nuove idee sotto il titolo di “Confederazione Democratica” nelle sue ultime tre difese.
Basandosi sulle idee di Wallerstein, Foucault e specialmente dell’anarchico Bookchin, Öcalan propone l’idea di una democrazia senza Stato come alternativa alla modernità capitalistica. Öcalan, rigettando gli sforzi trentennali della creazione di uno Stato curdo indipendente, attacca l’idea di Stato e considera ogni tentativo di realizzare il progetto di Stato-nazione come ‘condannato alla sconfitta e alla decadenza nel fascismo’. Öcalan crede che lo Stato sia una ‘forma organizzata delle classi governanti’ e crede che sia la continuazione dell’ordine che porta al massimo profitto e alla massima industrializzazione.
Dunque, KCK, che è basato sui tre principi di ‘nazione democratica, industria ecologica ed economia socialista’, prova a realizzare una società in cui ogni cosa è portata avanti con delle partnership dirette. Nel Rojava, il Movimento per una Società Democratica (Tev-Dem) è responsabile per la gestione di questi principi nella maggior parte dei casi.
Comuni
All’ingresso delle città nel Rojava, è installata una grande tavola sulla quale, oltre alla faccia sorridente di Abdullah Öcalan, c’è un detto attribuito a lui in curdo e arabo che insiste sulla necessità di formare una vita comunitaria. Per scoprire la natura e la funzione delle comuni e delle altre istituzioni nel Rojava, ho speso giorni e notti nelle sessioni delle comuni, della Mala Gels (La Casa del Popolo), delle corti, di Assayish e di 22 ministeri dei cantoni.
Le comuni sono attualmente le più piccole e più attive unità della società comunitaria. Sono posti dove le persone si incontrano per discutere e risolvere i problemi quotidiani e tutti gli aspetti della vita. Delsouz Deldaar, giornalista curdo, che è stato presente dai primi giorni della creazione delle comuni, parla degli sforzi della popolazione locale per localizzare la parola “comune” in curdo: “Le persone chiamano comune ‘Kumin’, che è derivato dal verbo curdo ‘Kum’ e significa ‘stare insieme’”.
In una dettagliata intervista con A.A., l’amministratore capo del Movimento per una Società Democratica, egli ha affermato che il primo passo verso la formazione di una società democratica ecologica sia creare varie comuni nei quartieri, nei villaggi, nelle contee e nelle piccole e grandi città nel Rojava. Ogni comune ha sei separate commissioni che si occupano di varie questioni. Per esempio Mala Zhen (La Casa delle Donne) si occupa dell’educazione, dello studio e dell’investigazione riguardo lo stato delle donne in ogni comune.
La commissione sociale, quella della gioventù, delle donne, della pace, dell’autodifesa e dell’economia sono sei commissioni che attualmente sono attive nelle comuni. Le comuni sono gestite con una leadership congiunta (un uomo e una donna) e l’età dei membri della commissione deve essere superiore ai 16 anni. Queste comuni intrattengono sessioni settimanali e registrano le discussioni in rapporti mensili.
I rapporti mensili delle comuni sono scritti in arabo, poiché il curdo non ha trovato la sua funzione e posizione ufficiale nel Rojava. La decisione riguardo alla comune in cui un individuo debba venir usato è largamente dipendente dalla posizione geografica dove vive. La selezione dei due leader e le formazioni delle commissioni sono fatti tramite dirette elezioni tra i membri della comune. A oggi sono state trenute tre elezioni nei livelli della comune. Il tempo delle elezioni dipende dai bisogni e dalla situazione, non da leggi scritte. I membri della comune affittano una casa per due o tremila pound siriani, chiamata “Komungah”.
Diverse comuni in certe regione si riuniscono in un altro luogo chiama “La Casa del Popolo” (Mala Gel). Le grandi decisioni vengono prese nella Casa del Popolo, che è anche responsabile della supervisione delle comuni. Nella città di Qamishli, ci sono 7 Case del Popolo e 97 comuni. Ogni comune copre circa 350 famiglie. L’obiettivo è creare più comuni, poiché dividere la società in unità più piccole può migliorare la qualità e l’efficienza delle loro performance.
A.A., riguardo la posizione delle persone nelle comuni, dice: “Quando riunisci dieci persone e vuoi che propongano una soluzione per un problema, partecipano tutte agli sforzi per trovare la risposta migliore. Io credo che la ragione collettiva sia utile nella maggior parte dei casi e la discussione collettiva rende le persone partecipi nella definizione e spiegazione delle macro-politiche”. A.A. continua a parlare riguardo perché non ci siano commissioni politiche nei comuni e afferma che questo è uno sforzo per evitare ogni tensione fra i partiti nelle comuni poiché, secondo lui, tutti i partiti possono prendere parte alle comuni.
Comunque, in un breve colloquio che ho avuto con Omar Amr, il capo dello staff del Partito Democratico del Kurdistan Siriano nella città di Darbasi, egli ha parlato riguardo l’eliminazione sistematica e la dissoluzione dei membri di questo partito e dei partiti d’opposizione nella struttura comunitaria, per il beneficio delle idee del Partito dell’Unione Democratica. Ovviamente nella comune di Martyr Saaleh, i membri del Partito Democratico governante (Pishgharow) e nella comune di Martyr Sarhad i membri del Partito del Movimento di Destra (Taghgara Raasti) erano presentati. Nondimeno, non ci sono stati comuni nei quarti cristiani finora.
Ho presenziato alle sessioni delle comuni a Serikani, ed ero lì nelle sessioni settimanali dove vecchi e giovani si sono riuniti per assistere alle elezioni delle comuni. Le sessioni sono iniziate col discorso sulle sessioni precedenti delle comuni, poi hanno chiesto le idee della gente sui problemi locali. Uno dei problemi discussi riguardava il modo in cui i rifugiati di Kobane erano stati sistemati a Serikani; dopo circa due ore di discorsi e discussione, i presenti hanno raggiunti degli accordi sui casi. Determinare la locazione per le sistemazioni temporanee, chiarire il modo di trovare il cibo, etc. sono stati i problemi che i presenti hanno deciso di risolvere successivamente.
A.A., l’amministratore capo del Movimento per una Società Democratica, riguardo la posizione delle comuni, ha detto: “Il valore della comune è maggiore del valore del ministro, poiché il ministero non può fare niente se la comune non approva”. Questo ufficiale, che viene dai curdi iraniani, aggiunge: “In precedenza chiedevano: di quale clan sei? Ora chiedono: a quale comune appartieni?”.
A.A., riguardo la necessità delle comuni, parla di un problema molto radicato: “Siamo contro un sistema dall’alto verso il basso. Vogliamo avere un sistema che agisce dalla base verso l’alto”. Gli ho chiesto se questo significa che nessuno dall’alto può fare pressione sulla base e imporre le proprie idee, al che lui ha risposto: “Il capo della comune può applicare pressione presentandosi con una corretta educazione, e questo non significa una pressione negativa o un’imposizione; questo tipo di autorità è inevitabile per mantenere il ruolo del leader e non porta alla dominazione”. Gli ho chiesto cosa previene la dominazione, e lui ha risposto: “L’etica, non la legge”.
Mentre parliamo con questo ufficiale, tutte le strade sembrano condurre a questo ambiguo e indefinito concetto chiamato ‘etica’. Abdullah Öcalan, il leader ideologico del Movimento per una Società Democratica nella ‘Quinta difesa’, si riferisce all’etica come a una forma di politica che è diventata tradizione storica. Dice che mentre la politica attua un ruolo di ruotine creativa e protettiva, l’etica fa lo stesso servizio nella società attraverso la forza della tradizione istituzionalizzata e basata sulle regole. Si può considerare l’etica come la memoria politica della società. Le società che sono state eticamente spogliate o deprivate dell’etica sono quelle la cui memoria politica, e dunque anche le ‘norme e istituzioni tradizionali’, sono state indebolite o rovinate.
A.A., per dare un esempio, enfatizza l’applicazione impermeabile della forza sulle comuni: “Supponiamo che io voglia essere ministro, e che ne abbia tutte le qualifiche richieste. Se la comune a cui appartengo non mi conferma, allora non posso diventare ministro”. Egli interpreta la relazione di un individuo con la comune come la relazione di un albero con la foresta, implicando una relazione a doppio senso.
Solitamente, i piccoli progetti come la creazione di un parco sono fatti dalle comuni stesse; ma i macro-progetti come la costruzione di strade, a causa dello stato attuale del Rojava, sono eseguite dai cantoni autonomi o con la cooperazione fra cantoni e comuni. Per esempio, l’attuale carenza di energia ed elettricità è un problema essenziale nel Rojava. Ogni comune ha comprato un generatore con i soldi raccolti dalle famiglie sulla base di quanto potessero permettersi. I cantoni autonomi li hanno anche aiutati nella riparazione dei cavi energetici, e in questo modo il problema è stato risolto.
Nei dialoghi che ho avuto con le persone, ho sentito una sorta di fraintendimento generale riguardo le comuni. Per esempio, quando ho chiesto l’opinione di un commerciante piuttosto ricco, egli ha risposto «Grazie a Dio non ho bisogno della comune, è roba da poveri». Poiché nella situazione economica attuale, uno dei compiti principale delle comuni è stato collezionare, scambiare e distribuire il cibo, le persone pensano che le comuni siano qualcosa di simile alla carità, come la fondazione iraniana ‘Relief’ o ‘Justice Shares’.
Delsouz, che vive a Tel Tamer, 100 km a sud di Qamishli, ricorda i primi giorni dell’amministrazione delle comuni, il persistente effetto dei pensieri dei precedenti ufficiali e come si trasferiva nelle comuni, e dice: “A Tel Tamer sono state fondate 110 comuni. All’inizio le persone hanno familiarizzato con le comuni, e ricordo che c’era molta corruzione al loro interno”.
A.A. non nega questi fatti e, mentre approva l’effetto dei precedenti presupposti, parla riguardo la necessità di una costante riforma: “Era solo qualche settimana fa che abbiamo cambiato i capi della comune in 9 comuni, perché erano carenti nelle capacità necessarie. I capi clan non tollerano l’assenza di autorità, e dunque posso a malapena sopportare l’idea di essere in comune con altre persone uguali”.
Questo amministratore del Movimento per una Società Democratica considera i ‘durevoli presupposti dei precedenti regimi’ come il principale ostacolo nel processo di istituzionalizzazione delle comuni nel Rojava, e crede che la rivoluzione sociale sia più intellettuale che materiale; dunque crede che il processo di rivoluzione sia qualcosa di costante e che richiede tempo.
Traduzione di David Valentini per lindro.it

 

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