Curdi chiamati a difendere il Krdistan dall’ISIS

Aggiornato il 03/05/18 at 04:40 pm


di Shorsh Surme

Erbil – “E’ una vergogna per la comunità internazionale non riuscire a salvare 15.000 esseri umani (donne, bambini, aziani e malati) bloccati sul monte di Shangal nel Kurdistan dell’Iraq che stanno morendo di fame e di sete”. Parla Salim un giovane curdo yazidi, che con molta fatica era riuscito a portare la sua famiglia dai parenti nella città di Dehuk…… Lo scorso 4 agosto erano stati attaccati i due villaggi curdi di Shangal e Zumar da parte dei terroristi IS, che hanno ucciso e costretto 15.000 persone alla fuga sulle montagne.
Ora, tutti i partiti curdi insieme stanno organizzando un piano per sconfigere i terroristi dello Stato Islamico dell’Iraq e del Lavante. Proprio oggi, venerdì, che è la giornata di festa, tutti Muasin chiamano i curdi a difendere la terra del Krdistan da questi terroristi, che agiscono falsamente a nome di Dio. Tutto questo mentre gli Stati Uniti hanno deciso l’intervento ‘chirurgico’ contro ISIS e il supporto alla popolazione civile.
Tutto quello che sta succedendo in Kurdistan e in Iraq è, secondo i curdi, colpa di Nuri al-Maliki, il Premier che con la maggioranza sciita continua a portare ad anientamento i popoli dell’Iraq.
Il Presidente della regione del Kurdistan, Massoud Barzani, avrebbe intenzione di indire un referendum per il distacco del Kurdistan. Barzani ha tutte le regioni per distaccarsi da un Iraq che suddiviso sia del punto di vista relogioso che dal punto di vista etnico.
La prima seduta del Parlamento eletto il 30 aprile scorso è finita a schiaffi dopo appena due ore. La parlamentare curda Najiba Najib ha chiesto al Governo di Nuri al-Maliki di trasferire i fondi che spettano al Kurdistan. La risposta di Kazem al-Sayadi, un deputato del partito Al Daua il partito del Premier, molto violentamente ha minacciato la popolazione curda, e il loro Presidente: Massoud Barzani, dicendo. «Romperemo le vostre teste quando la crisi sarà finita».
La popolazione curda dopo anni e anni di sofferenza e massacri sotto i Governi che si sono succeduti in Iraq, ora è minacciata sia dai terroristi dell’ISIS (Islamic State of Iraq and Syria) sia da un Governo fantocio dell’Iran come quello di Premier al-Maliki.

Anche la confessione sunnita ha le sue colpe. Proprio all’inizio del mese di luglio, tutti i deputati sunniti sono usciti in massa dall’aula appena è stato nominato l’ISIS, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante che ora si fa chiamare semplicemente Emirato Islamico. L’inviato delle Nazioni Unite Nikolay Mladenov è attonito: «I politici in Iraq debbono ancora capire che il Paese non è in una situazione normale» trasecola.

Unica zona che rimane ancora traquilla, è la zona curda, in quanto la mentelità curda è diversa completamente dei popoli limitrofi (Arabi, Persiani e Turchi), è stato sempre questo aspetto a scatenare la violenza nei loro confronti.

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