Affari d’oro per gli artigiani della Riviera del Brenta in Kurdistan

Aggiornato il 03/05/18 at 04:32 pm


La missione, tra gli obiettivi primari aveva il compito di verificare anche quali settori sono alla portata delle imprese artigiane. L’impresa italiana è amata e ricercata e ancor più ricercato è il nome “Venezia”, sinonimo di stile e raffinatezza”…….. Affari d’oro per gli artigiani della Riviera del Brenta in Kurdistan.
E’ più che positivo il bilancio della missione ad Erbil, organizzata dall’associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta”, nel Kurdistan iracheno di un gruppo di aziende del comprensorio. Alla missione hanno partecipato Fouad Najim, architetto italo curdo con la funzione di interprete e contatto. E poi: Marino Callegaro, CMI globalservice – Ristrutturazioni edili. Patrizio Mozzato con una ditta individuale di edilizia impianti, Devis Fontolan per la Elektroimpianti, Ivano e Marco Poletto per la Poletto costruzioni nel campo edile, Alessandro Carpenedo, di “Linea Ceramica”, Francesco Marzaro MST solar Tecnology – ingegnere, Francesco Borlotto, ingegnere rappresentante di Svam costruzioni Antonio Sarto, architetto dello Studio Matiteassociate, Walter Mosticone, Centro promozionale dell’Artigianato PMI s.c.r.l. Diego Favaro, funzionario dell’Associazione artigiani “Città della Riviera del Brenta”. “Lo scopo della missione – spiegano il presidente ed il segretario dell’associazione Artigiani, Salvatore Mazzocca e Franco Scantamburlo era – verificare le condizioni e le opportunità di lavoro, in un territorio ancora inesplorato dalle nostre imprese artigiane.
Obiettivo che è stato pienamente raggiunto, dimostrando le potenzialità di un’area economica non sfruttata appieno a livello europeo e nazionale. La missione, tra gli obiettivi primari aveva il compito di verificare anche quali settori sono alla portata delle imprese artigiane. L’impresa italiana è amata e ricercata e ancor più ricercato è il nome “Venezia”, sinonimo di stile e raffinatezza”. Le imprese partecipanti alla missione hanno potuto osservare quali siano i canali di approvvigionamento e trasporto materiali e sondare quali modalità e criteri siano necessari per operare nella regione. In tutto il territorio, i materiali e la logistica non sono un problema, si trova qualunque cosa possa essere utile ad un’impresa. Altra cosa è la manodopera specializzata, che non è disponibile a sufficienza. I settori produttivi con maggior richiesta di imprese straniere sono, il settore calzature e agricoltura e ovviamente dell’edilizia. Alì Hamajan Rizgar fiduciario del presidente del Kurdistan ha spiegato come “Sia importante il peso dei turchi nelle gare d’appalto pubbliche. C’è forte difficoltà a batterli nelle offerte pubbliche per la competitività dei costi, ma al tempo stesso, la qualità lascia spesso a desiderare sia per quanto riguarda i materiali usati che per le rifiniture delle opere”.La burocrazia è a livelli minimi e quindi non pregiudica in nessun modo l’iter di una concessione o richiesta di acquisizione di Tender. “La regione del Kurdistan – ha assicurato Rizgar- offre una sicurezza elevata, riscontrata direttamente dalla mission, anche il più diffidente dei paesi europei come la Romania, si è alla fine reso conto della situazione estremamente tranquilla del paese; l’accoglienza degli operatori stranieri può avvalersi di alberghi e ricezione in generale paragonabile alle nostre cinque stelle europee sebbene il numero di queste strutture sia molto limitato”. Con il Console italiano Simone de Santi si sono affrontati aspetti tecnici.
“E’ necessaria – spiega Diego Favaro dell’associazione Artigiani – la registrazione obbligatoria dell’impresa individuale o societaria e avere una propria sede legale e residenza in loco. Procurarsi più informazioni possibili dato il non perfetto circuito burocratico. Avvalersi preferibilmente di manodopera curda o italo – curda. Puntare sui settori in crescita, come agricoltura, impianti fognari, impianti elettrici, calzature e filiera casa privata. Le joint venture con imprese già insediate e titolari di gare d’appalto, permettono sub appalti che eliminano gli oneri previsti sebbene questi siano bassissimi rispetto i nostri standard. Pur non essendoci un ufficio di statistica, il console ha fornito un’ulteriore serie di numeri: l’iter burocratico per l’assegnazione di un appalto pubblico si aggira intorno ai nove mesi. Le fiere espositive sono molto apprezzate e il loro feedback è positivo con un grado di rischio in generale abbastanza contenuto e quindi in linea con i criteri internazionali. Sebbene la concorrenza turca in termini di prezzi sia forte per quanto concerne il costo manodopera in questo senso il console elogia il prodotto made in Italy, sia per la qualità dei materiali sia per l’accurata posa in opera e perciò evidenzia come il nostro “saper fare” e i nostri prodotti abbiano ugualmente ampio spazio di crescita.
fonte:veneziatoday

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*