Intervista con Catherin Ashton sulla situazione dell’Iraq Intevista di Shorsh Surme

Aggiornato il 03/05/18 at 04:40 pm


On. Catherine Ashton, come ben sa , la situazione dell’Iraq è sempre più drammatica sia a causa degli attentati che tutti i giorni provocano provocano numerose vittime e feriti tra la popolazione civile molte sia per via delle irreconciliabili differenze tra sunniti e sciiti……… Ora, secondo lei l’Unione Europea non dovrebbe far pressione sull’attuale governo di Al Maliki per un governo di riconciliazione Nazionale?
L’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton ha espresso in varie occasioni, pubblicamente e con i suoi interlocutori iracheni, le sue inquietudini sugli sviluppi del Paese. Catherine Ashton ha proposto l’Iraq tra i soggetti di discussione della sessione di febbraio del Consiglio Affari Esteri che ha pubblicato le conclusioni che riassumono la posizione e i messaggi dell’Unione europea sull’Iraq. E’ da tempo che l’Unione europea ripete a tutte le autorità irachene, compreso il PM, il suo forte appello all’unità in un periodo cruciale per la transizione del Paese. L’UE è dell’avviso che il futuro dell’Iraq dipenda dalla capacità dei differenti leader politici e religiosi a fare uno sforzo congiunto di riconciliazione nazionale per il bene del Paese e dare così esempio e motivazione al resto della popolazione che, guidata dai suoi leader, saprà superare le tensioni ed evitare i conflitti. Le differenze tra sunniti e sciiti non sono irreconciliabili; esse lo diventano solo se oggetto di manipolazioni. L’alto rappresentante resta convinta che ciò che la popolazione irachena desideri sia un futuro pacifico e prospero, e spera che l’Unione europea con il suo supporto, possa aiutare l’Iraq al conseguimento di tale obiettivo.

On. Catherine Ashton “ La situazione in Siria è molto preoccupante per i potenziali effetti sull’Iraq e sulla regione del Kurdistan”. lo ha sottolieato il presidente della regione del Kurdistan dell’Iraq davanti alla commisione Esteri del parlamento europeo alcuni giorni fa. Attualmente ci sono 200 mila rifugiati nei campi profughi nel kurdistan dell’Iraq, che hanno bisogno di tutto, particolarmente in questa stagione invernale. Il governo curdo ha fatto finora quello che è possibile, le chiedo Unione Europea non dovrebbe dare una mano?

Secondo l’alto rappresentante la crisi in Siria sta avendo effetti nefasti su tutta la regione e, in particolare in Iraq, sta aggravando le tensioni e i conflitti interni, contribuendo alla radicalizzazione delle posizioni e creando un terreno fertile per la proliferazione di gruppi terroristici. Catherine Ashton sostiene che l’attuale disastro umanitario sia una delle conseguenze maggiori di questa crisi, con un numero elevatissimo di persone che hanno trovato rifugio nei paesi vicini e che cercano di spostarsi in luoghi più sicuri all’interno del Paese. L’Unione europea ha pubblicamente lodato, da ultimo anche nelle conclusioni del Consiglio Affari Esteri di febbraio nel caso specifico dell’Iraq, la generosità delle popolazioni e l’impegno delle autorità ad accogliere i rifugiati. Si è inoltre impegnata sin dall’inizio della crisi, ad apportare il suo sostegno finanziario e logistico. Sin dall’inizio è intervenuta con un’assistenza sostanziale ai diversi paesi, incluso un pacchetto pari a 21 milioni di euro di aiuti umanitari per i rifugiati siriani in Iraq, andati ad aggiungersi, nel 2012 e 2013, all’assistenza già programmata per il Paese. Un impegno all’aiuto nella gestione di questa crisi umanitaria, che l’Unione europea conta ovviamente di continuare.

On. Catherine Ashton, Il kurdistan dell’Iraq è l’unica zona in tutto il paese, che gode di una
tranquilità e sicurezza grazie sia alle forze di sicurrezza curda sia alla popolazione curda, che ha
sempre rifiutato e condannato gli attentati. Ora, la regione è diventata unico accesso per tutto l’Iraq dal punto di vista economico, secondo lei i paesi dell’Unione Europea non dovrebbero investire in una realità emergente come quello del Kurdistan?

L’alto rappresentante Catherine Ashton riconosce la stabilità del Kurdistan come un ottimo esempio e auspica ch’esso possa presto ispirare il resto del Paese. Secondo l’alto rappresentante, non sono i leader politici, a livello europeo o nazionale, a poter obbligare o anche solo motivare le scelte di investimento delle imprese europee. Ciò dipende dalla libera scelta di queste ultime, le quali tuttavia, possono essere incoraggiate con successo da ciascun Paese, prospettando un’immagine di stabilità, elaborando un quadro giuridico adatto, garantendo i diritti degli investitori, lottando contro la corruzione. L’instabilità e l’assenza di un quadro giuridico rassicurante per gli investitori in Iraq costituiscono senza dubbio alcuni dei principali disincentivi per gli investitori europei e internazionali in genere. Il Kurdistan iracheno ha dunque un forte interesse a contribuire alla stabilizzazione dell’intero Paese che avrà sicuramente un effetto esponenziale sugli investimenti e sulla prosperità dello stato federale unito nelle sue frontiere, così come delle regioni che lo costituiscono. L’Europa saprà essere al fianco dell’Iraq nei suoi sforzi per attirare investimenti nel Paese.

On. Catherine Ashton Quale è il suo messaggio per tutti i popoli dell’Iraq?

L’alto rappresentante Catherine Ashton fa appello affinché il popolo iracheno si opponga alla terribile logica del conflitto e del terrorismo che mirano a minare la stabilizzazione del Paese. Catherine Ashton incoraggia a concentrare gli sforzi al fine di superare questa spirale di cieca violenza, guardando aldilà del confronto tra le diverse componenti, per operare, insieme ai diversi leader politici e religiosi, una vera riconciliazione nazionale ed aver successo nella costruzione di una società davvero pluralista, democratica, rispettosa dei diritti umani e prospera.

 

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