Ecco perché Morsi deve lasciare la guida dell’Egitto. Subito

Aggiornato il 03/05/18 at 04:32 pm


di Shorsh Surme

La primavera araba iniziava in Tunisia il 14 gennaio 2011, subito dopo l’auto-immolazione di Mohamed Bouazizi, un venditore ambulante indignato per le troppe ingiustizie, che aveva scatenato le proteste….. della popolazione tunisina stanca dei soprusi che le venivano inflitti da anni da parte di un regime corrotto e da parte di una politica repressive dell’ex presidente Zine El Abidine Ben Ali.
Costui è stato costretto a lasciare il paese dopo che le forze armate hanno rifiutato di reprimere i manifestanti.
Altrettanto è accaduto in Egitto dopo soli 11 giorni, contro l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak – alleato degli arabi e dell’Occidente – al potere dal 1980. Anche in Egitto si verificò una situazione simile a quella della Tunisia: i militari rifiutarono di intervenire contro le masse che occupavano la piazza Tahrir al Cairo. Ciò costrinse Mubarak a dimettersi l’11 febbraio 2011.
Questo doveva essere solo il primo capitolo della storia della “rivoluzione” in Egitto, che doveva portare grandi cambiamenti, ma le profonde divisioni emerse subito nel corso del nuovo sistema politico, hanno fatto perdere ogni speranza di cambiamento. Infatti, le elezioni parlamentari e presidenziali del 2011/2012 furono vinte dal partito islamista Partito Libertà e Giustizia (PLG), che era la vecchia organizzazione dei Fratelli musulmani fondata nel 1929 da Hasan al-Banna, assassinato il 12 febbraio 1949.
Costoro hanno dominato la scena politica del paese, il che ha creato subito il confilitto con il partito principale dell’opposizione, il Fronte nazionale di opposizione Salvezza (NSF), capeggiato dal premio Nobel per la Pace ed ex capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’energia atomica Mohamed El Baradei. Quest’ultimo ha continuato a sostenere che il referendum che era stato fatto sulla nuova carta costituzionale era viziato da gravi irregolarità, quindi tale carta dovrebbe essere considerata come “ad interim” fino a quando un’altra non verrà riscritta con un ampio consenso della popolazione.
Su questo l’attuale presidente Mohamd Morsi ha fatto orecchie da mercante. Anzi il Presidente Morsi ha posto per decreto le sue decisioni al di sopra del controllo della Corte suprema, e tale comportamento del presidente ha attirato anche le critiche internazionali.
Ecco perché domenica scorsa, a Piazza Tahrir, una folla oceanica gridava ‘Vattene’ a Morsi proprio nell’anniversario del suo insediamento come Presidente della Repubblica Egiziana.
 

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