Udine alla scoperta della terra di Ninive

Aggiornato il 03/05/18 at 04:33 pm


Messageroveneto
. Domani 25 archeologi dell’università partono per il Kurdistan iracheno. Apriranno una missione che durerà 10 anni ……. UDINE. Alla scoperta della terra di Ninive. Gli archeologi dell’ateneo friulano stanno per dare il via a una campagna di scavo senza precedenti non solo perché proseguirà per 10 anni, ma soprattutto perché è la più ampia missione straniera attiva in Iraq.

Gli studiosi, 25 tra docenti, studenti e dottorandi, partiranno domani da Udine alla volta del Kurdistan iracheno dove la ricostruzione della storia (dalla preistoria al periodo islamico) della regione di Dohuk, a circa 60 chilometri a nord di Mosul e dell’antica capitale assira di Ninive, può trasformarsi in un’opportunità per creare contatti politici ed economici con quel Paese alle prese con una crescita a due cifre.

Attraverso la cultura, insomma, l’università di Udine allarga la rete dei rapporto internazionali. Questo è l’altro aspetto della missione archeologica illustrato dal docente e direttore della missione friulana, Daniele Morandi Bonacossi, nel ricordare che il Kurdistan iracheno registra un tasso di crescita annuo del 18%. Un dato che non è stato affatto trascurato dalla Camera di commercio di Udine e da Informest attraverso il quale la Regione ha stanziato 80 mila euro.

«Considerato che alcune imprese italiane sono già presenti in quella zona, perché le imprese friulane non dovrebbero cogliere questa opportunità?» si chiede Morandi Bonacossi secondo il quale «la missione archeologica funge da volano per l’economia regionale». Da qui l’appello anche ai gruppi industriali della nostra regione a investire, magari sotto forma di sponsorizzazioni, nella cultura. «L’università – continua Morandi Bonacossi – non si pone solo come cittadella del sapere visto che cerca di interagire offrendo servizi per promuovere i rapporti internazionali».

Detto questo, la missione sostenuta da Regione, Informest, Provincia, ministero degli Affari esteri e da alcuni privati, ha anche uno scopo didattico e formativo perché, nella terra di Ninive, «l’università di Udine formerà il personale locale nello studio, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico del Kurdistan».

Lo fa per affidare nelle mani di chi è nato e cresciuto in quella terra la conservazione del patrimonio archeologico. In questo modo, l’ateneo friulano in collaborazione con la Direzione generale delle antichità del Kurdistan Iracheno e la Direzione delle antichità di Dohuk, vuole colmare la lacuna esistente nella conoscenza archeologica e storica del nord della Mesopotamia. In prima battuta, gli archeologi inizieranno a scavare nel monticolo del II e I millennio a.C. di Ger-e-pan (probabilmente la capitale provinciale neo-assira di Talmusa) vicino a Faida, dopodiché proseguiranno nella fascia pedemontana tra la sponda orientale del lago di Mosul, il fiume Khazir e le montagne del Jebel Maqlub.

 

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