35 morti innocenti

Aggiornato il 03/05/18 at 04:34 pm


di Marta Ottaviani

questa è una di quelle notizie che veramente non si vorrebbero mai dare e che riempiono di dolore e anche di rabbia, lasciatemelo dire. …….. Mercoledì sera alcuni droni (aerei pilotati a distanza) si sono alzati in volo sul confine del Nord Iraq, come sempre aper andare a cercare obiettivi particolarmente sensibili del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Poco dopo caccia della Mezzaluna hanno aperto il fuoco sulla scorta delle indicazione ricevute, uccidendo 35 persone. Il problema è che non si trattava di guerriglieri o pericolosi terroristi, ma di civili, per la precisione di povera gente che si guadagnava da vivere attraversando il confine e comprando sigarette e altri generi a basso costo in Nord Iraq e rivendendoli in Turchia. Abitavano in due villaggi curdi poco lontani dalla frontiera. Le vittime erano quasi tutte molto giovani. Nella prima mattinata la prefettura di Sirnak parlava di 20 vittime, ma l’agenzia stampa filocurda Firat News, aveva già dato quello che poi sarebbe diventato il bilancio definitivo, ossia 35 vittime.
Inutile dire che il Paese è molto provato dall’episodio. Il governo ha chiesto subito scusa per quello che sembrerebbe essere stato un errore dell’aviazione, che però ha avuto conseguenze tragiche. È stata aperta una commissione di inchiesta, ma la rabbia per quello che è successo rimane. Il quotidiano Zaman suggerisce in un editoriale che il Pkk potrebbe avere usato gli innocenti come scudo, ricordando che in passato si camuffavano fra questi gruppi di traghettatori di merci per portare armi oltre confine. Ma francamente mi pare un’ipotesi poco credibile. I risultati delle prime indagini sui corpi in buona parte completamente carbonizzati, non hanno rivelato la presenza di nessuna arma.
Il Bdp, il Partito curdo per la Democrazia e la Pace intanto ha gridato all’omicidio pubblico. L’attacco è arrivato a pochi giorni da una dichiarazione di Leyla Zana, simbolo per eccellenza della lotta per l’emancipazione dei curdi, è tornata a dire che l’autonomia regionale non basta e che la minoranza, che conta 15 milioni di persone, ha bisogno di maggiore indipendenza.
A rischiare adesso sono i lavoro sulla nuova Costituzione, che dovrebbero finire entro il 2012 e dove la minoranza spera di vedere riconosciuti i diritti che reclama ormai da qualche decennio. Ma fra gli attacchi del Pkk, le decine di arresti di simpatizzanti del Bdp e intellettuali curdi e adesso anche la morte di questi 35 innocenti, francamente la vedo dura.
Fonte: Blog La Stampa
 

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