Due manifestanti uccisi a Homs. Sito: “Una vittima a Damasco”

Aggiornato il 03/05/18 at 04:35 pm


Non si fermano le manifestazioni anti-regime in Siria. Due dimostranti sono morti a Homs, nel nono venerdì di protesta dedicato alle donne arrestate nei giorni scorsi e ribattezzato “il venerdì delle donne libere”. A migliaia sono scesi per strada a Homs, Deraa Hama e nel Kurdistan siriano a Qamshili, nonostante un massiccio dispiegamento delle forze dell’ordine. E mentre dal presidente siriano Basher al-Assad è giunto l’ordine ai militari di non aprire il fuoco sui dimostranti, a Homs la polizia ha aperto il fuoco per disperdere i manifestanti uccidendone due.
Poco lontano da Homs, un centinaio di manifestanti hanno marciato scandendo slogan nei quali si chiedeva alla Turchia di intervenire per porre fine alla repressione del regime A Qamshili nordest della Siria, oltre 3000 persone hanno marciato per le vie della città dopo la consueta preghiera del venerdì, chiedendo più libertà e democrazia.
Alcuni testimoni dalla città costiera di Banias, che l’esercito aveva invaso sabato scorso, hanno raccontato che i militari occupavano la piazza centrale, con i residenti a manifestare nelle strade vicine, mentre nello stesso momento il ministro dell’Interno, ha fatto sapere che l’esercito ha iniziato il suo ritiro che completerà nelle prossime ore.
A Deraa, città simbolo della rivolta, le forze di sicurezza hanno ripetutamente sparato in aria per dissuadere le migliaia di fedeli usciti dalle moschee dal marciare per la città.
Secondo alcuni attivisti, in tutto il paese sono stati allestiti posti di controllo, soprattutto vicino alle città teatro di manifestazioni in favore della democrazia e contro il regime.
Sul fronte diplomatico Londra ha convocato l’ambasciatore siriano e annunciato nuove sanzioni contro il regime di Assad, mentre da Washington il Segretario di Stato, Hillary Clinton ha ammesso che gli Usa “stanno studiando un modo per aumentare la pressione sulla Siria che viola i diritti umani”. Da Mosca, il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov ha ribadito la posizione Russa, che è contraria a qualsiasi ingerenza straniera in Siria che possa riprodurre il “scenario libico”.
Stime delle Ong riprese dall’Onu parlano di un bilancio molto pesante: tra 700 e 850 morti e migliaia di arresti dall’inizio della rivolta a Deraa il 15 marzo scorso. “Non possiamo verificare questi numeri, però esistono liste dettagliate e crediamo che siano veritieri”, ha detto nel corso di un punto stampa a Ginevra il portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani, Rupert Colville.
Siti: giovame ucciso in un quartiere di Damasco
Un giovane siriano sarebbe stato ucciso oggi a Damasco da agenti delle forze di sicurezza in borghese. Lo riferisce il sito di monitoraggio Rassd, che cita testimoni oculari. Le fonti precisano che il ragazzo è stato raggiunto mortalmente a Qabun, nel nord-est della capitale, da colpi di arma da fuoco sparati da “uomini vestiti di nero con scritto ‘missioni speciali’ su una fascia al braccio”.
Fonte: RaiNews24

 

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