Kurdistan: Oltre 30 progetti sul tavolo. E Axis diventa main contractor

Aggiornato il 03/05/18 at 04:36 pm


di Prof.ssa Ercolina Milanesi

In Kurdistan le opportunità di business ci sono, ci sono sempre state. E adesso si concretizzano: dalla recente missione in Kurdistan di inizio gennaio, il presidente di Axis, Angelo Caspani, è tornato con gli incarichi ufficiali per realizzare ben più di 30 progetti. Si spazia dall’edilizia residenziale e pubblica alle infrastrutture, dalla sanità al turismo, dall’industria al food e techno food e all’agroalimentare….per un valore di oltre 1 miliardo e 300 milioni di dollari. Una tangibile dimostrazione di totale fiducia, quella che le istituzioni della Regione autonoma irachena e il gotha dell’imprenditoria locale ha espresso nei confronti di Axis.
Angelo Caspani, presidente Axis, mentre riceve dal Governatore di Erbil, Mr. Nauzad Haidi, l’attestazione ufficiale della cittadinanza Onoraria. E ad un “concittadino”, il Kurdistan affida più di 30 progetti da realizzare, a firma Italia. e l’inconfondibile stile che le è proprio.
E, in qualità di main contractor, Axis selezionerà i partners più qualificati ed idonei, che diventeranno i compagni di cordata nella realizzazione dei progetti assegnati.
IL KURDISTAN? UNA CRESCITA IMPRESSIONANTE “L’Iraq sta finalmente uscendo dal lungo e buio tunnel della guerra, ma è il Kurdistan, sul territorio, l’area che maggiormente e più velocemente si è sviluppata e cresciuta in tutti i settori: dall’edilizia alle infrastrutture, dai servizi alla stabilità politica e all’implementazione tecnologica…in sostanza, rappresenta per l’intero Iraq un bellissimo modello cui ispirarsi nella fase di transizione verso una compiuta democrazia ed una nuova economia”.
Questo è il ritratto che il Ministro degli esteri egiziano, Mr. Abul Gheit, fa del Kurdistan, commentando la prossima partecipazione di un copiosa delegazione irachena al summit economico dei Paesi del Middle East.
“ 7 anni fa c’è stato chi ci ha preso per pazzi, chi ci ha considerato dei visionari o forse solo degli illusi. C’è stato anche chi ci ha seguito, ed ora raccogli i frutti di quell’atto di fiducia. Perché, adesso, il Kurdistan è sotto i riflettori di tutte le economie. Una “piccola” regione, con “solo” 5 milioni di abitanti, ma con riserve petrolifere ingenti ed un potenziale enorme nel campo delle energie rinnovabili. Con un Parlamento autonomo in carica da più di 10 anni che si schiera per la difesa dei diritti delle donne. Con un Governo che si batte per l’autodeterminazione…. Non stiamo parlando della Scozia, ma del Kurdistan. Una regione ricca, pacificata, che investe, destinando alla ricostruzione, ad esempio, dai 5 ai 6 miliardi di dollari all’anno solo per le infrastrutture; che si schiera a favore delle minoranze religiose, difendendole; che attira costantemente gli investimenti esteri. Che – soprattutto – guarda al mondo occidentale e cerca di allinearsi al suo stile di vita, facendo propri non solo i canoni esteriori di un modello a noi familiare, ma dando al proprio modo di essere una connotazione nuova.”
E che, per esprimere una volontà di crescita e di maturazione che non sia solo di facciata, si dota di leggi redatte sulla base dei criteri di democraticità occidentale, e bandisce la poligamia, sostenendo la famiglia come cardine sociale e tentando di debellare le cause che impediscono ai giovani di costituire nuovi nuclei familiari.
E dal mondo occidentale arrivano i riconoscimenti, non solo a livello economico, ma sociale e storico: l’Inghilterra, attraverso una propria delegazione di parlamentari in visita nel Kurdistan, si farà promotrice nel mondo della causa per il riconoscimento ufficiale del Genocidio – ad opera del regime di Saddam Hussein – che ha quasi annientato il popolo curdo.

“Il promettente punto di partenza per un lungo processo di sviluppo e ristrutturazione del Kurdistan”: così il BOI ha definito il 2010 appena concluso, analizzando e diffondendo i dati relativi agli investimenti effettuati nel periodo nella regione autonoma. Investimenti che hanno raggiunto, proprio nell’anno appena concluso, il loro picco storico con oltre 4,6 miliardi di dollari convogliati in diversi settori ed in tutto il territorio.
“Gli investitori locali hanno fatto la parte del leone – afferma Mr. Haidar Mustafa (direttore generale del dipartimento di statistica del BOI – n.d.r.) – sul totale rappresentano ben il 79%; gli investitori esteri si sono attestati su un buon 20%, mentre il restante 1% deriva da interventi fatti dalle realtà locali ed estere unite da joint ventures.”

Come abbiamo già segnalato, è la Turchia che si attesta tra i primi partners commerciali; seguono a ruota il Regno Unito e l’Egitto. E sono ben 11.496 le aziende, locali e straniere, che attualmente operano in Kurdistan, almeno secondo i dati diffusi e commentati con orgoglio da Mr. Twana Ahmed, addetto stampa del Consiglio dei Ministri curdo. Tutto fa ben sperare, quindi, in un 2011 ancora più “sprint”, e già si prevede un forte incremento del fabbisogno di mano d’opera. Stimata in ben 10.000 nuovi posti di lavoro.
UN POSTO DOVE ANDARE
Una classifica un po’ speciale e certamente singolare, quella del New York Times: dove andiamo in vacanza nel 2011? Sono ben 41 le méte selezionate, incluso il Kurdistan, di cui il New York traccia un profilo delizioso: il turista troverà sicurezza, vestigia dalla storia millenaria e clima caldo. Che dire della “cittadella” di Erbil, già patrimonio dell’umanità e che risale all’epoca dell’impero assiro–babilonese? E per gli amanti dell’epopea, basta visitare i luoghi della storica battaglia di Gaugamela, dove Alessandro Magno sconfisse il re persiano Dario III.

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