Iraq, fumata Bianca per il nuovo governo

Aggiornato il 03/05/18 at 04:36 pm


Dopo otto mesi di stallo, in Iraq e’ arrivato l’accordo per la formazione di un governo di unita’ nazionale. Alla guida dell’esecutivo sara’ confermato il premier uscente Nouri Al Maliki, leader del blocco sciita di Alleanza Nazionale, mentre ai curdi andra’ nuovamente la presidenza del Paese. Il blocco Al Iraqiya, vincitore di stretta misura delle elezioni del 7 marzo, avra’ il presidente del Parlamento, il sunnita Osama al-Nujaifi, mentre il suo leader, l’ex premier sciita Iyad Allawi, guidera’ il nuovo Consiglio per le Politiche Strategiche. Un organo, quest’ultimo, che dovrebbe arginare i poteri del premier Maliki.
L’intesa raggiunta mercoledi’ notte, al termine di tre giorni di duri negoziati, dovrebbe permettere la rapida formazione di un governo che chiuda una lunga fase di stallo in cui si sono moltiplicati gli attentati in tutto il Paese. In particolare e’ importante aver imbarcato la componente sunnita, come argine al tentativo di Al Qaeda di tornare a colpire in Iraq sfruttando il malcontento della seconda componente religiosa del Paese. Il Blocco iracheno di Allawi ha ottenuto anche l’impegno ad abolire entro due anni le leggi che hanno epurato gli ex membri del partito Baath dalle forze armate e dalla pubblica amministrazione. La conferma di Maliki e del suo blocco sciita alla guida del governo e’ pero’ un chiaro segnale dell’influenza iraniana sul Paese vicino. In particolare Maliki e’ sostenuto da una quarantina di deputati del leader radicale sciita Moqtada al Sadr, convinti a entrare nell’esecutivo da Teheran.
Il leader del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, grande mediatore dell’intesa, ha definito il nuovo governo “un’alleanza nazionale”. Non e’ chiaro, pero’, se i curdi abbiano strappato il referendum per il controllo della regione petrolifera di Kirkuk, “arabizzata” a suo tempo da Saddam Hussein.
Soddisfatti gli Usa: Tony Blinken, consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente Joe Biden, ha ricordato come Washington avesse sempre sostenuto che “la soluzione migliore fosse quella di un governo che riflettesse il risultato del voto e includesse tutti i partiti e i blocchi principali, senza emarginare nessuno”. Intanto, dalla Citta’ del Vaticano, il Procuratore caldeo presso la Santa sede, monsignor Philipp Najim, ha affermato che con gli attacchi ai cristiani in Iraq “i terroristi vogliono dimostrare che si tratta di un conflitto tra cristiani e musulmani. Ma non e’ cosi’. Cristiani e musulmani hanno sempre vissuto insieme, hanno costruito il Paese insieme, hanno costruito il futuro dell’Iraq insieme”. Barzani si e’ offerto di accogliere in Kurdistan i cristiani in fuga da Baghdad.
AGI
 

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