Kurdistan Iraq. Pkk: Barzani, ‘nuova pagina che promuoverà coesistenza e la stabilità’

Aggiornato il 14/05/25 at 07:40 pm

di Shorsh Surme –———L’annuncio del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) di sciogliersi e abbandonare la lotta armata ha scatenato reazioni contrastanti sia all’interno che all’esterno della Regione autonoma del Kurdistan Iracheno, con crescenti speculazioni sulle implicazioni di questa mossa per la sicurezza e la situazione politica nelle zone di confine e per le relazioni tra la Regione autonoma e la Turchia.
Per oltre tre decenni la presenza di combattenti del Pkk nella Regione autonoma del Kurdistan Iracheno, in particolare sui monti Qandil e nelle regioni di Dohuk e Sulaymaniyah, ha rappresentato una sfida persistente per il governo regionale. Lì ha stabilito una roccaforte, allestendo basi militari e corridoi utilizzati per lanciare attacchi transfrontalieri contro le forze turche. Ciò ha reso la regione un teatro costante di bombardamenti aerei e di artiglieria turchi, provocando vittime civili e lo sfollamento di migliaia di famiglie curdo-irachene dai loro villaggi.
Il presidente del governo regionale del Kurdistan, Nechirvan Barzani, ha accolto con favore la decisione del partito di sciogliersi, affermando in una dichiarazione che questo passo apre una nuova pagina politica nella regione, dimostra maturità politica e apre la strada a un dialogo autentico che promuoverà la coesistenza e la stabilità in Turchia e in tutta la regione.
In una dichiarazione ad al-Jazeera Net, una fonte autorevole del partito, che ha chiesto l’anonimato, ha dichiarato che “Abbiamo tenuto la conferenza di maggior successo e preso decisioni storiche. L’abbiamo organizzata senza la presenza dei media, come facciamo sempre, per tutelare la sicurezza e il benessere dei nostri membri”.
Riguardo al timore che non tutti i leader del partito avrebbero rispettato le decisioni della conferenza e le richieste del loro leader, Abdullah Öcalan, di deporre le armi, ha aggiunto che “Non c’è differenza di opinione e tutti rispettiamo le istruzioni del presidente Apo. La lotta per la pace continuerà dopo la conferenza e faremo la nostra parte per raggiungerla”.