
Aggiornato il 10/07/25 at 02:42 pm
di Husamettin TURAN ————-Le dichiarazioni di Abdullah Öcalan, soprattutto quelle degli ultimi anni e in particolare quelle espresse nel contesto della sua relazione con lo Stato, riguardano esclusivamente la sua persona e la struttura organizzativa a cui appartiene. Ogni affermazione secondo cui tali dichiarazioni rappresenterebbero l’intero popolo curdo manca sia di legittimità politica che di fondamento storico e morale. Cercare di confinare un intero popolo nel quadro ideologico di un solo individuo significa falsare la volontà di milioni di persone. Si tratta di una palese mancanza di rispetto verso la lotta nazionale curda.
Il popolo curdo è da secoli portatore di una resistenza dignitosa. Questa resistenza non è nata all’interno dei limiti tracciati da una sola figura, non è iniziata con essa e non finirà con essa. Da Şeyh Ubeydullah a Halid Beg Cıbranlı, da Şeyh Mahmud Berzenci a Qazi Muhammad, decine di leader hanno lottato insieme al popolo, per il popolo. Questa lotta, impressa nella memoria collettiva curda, è la prova della volontà autodeterminante di un popolo. Chi tenta di cancellare questa storia o di sostituirla con i propri progetti politici ristretti, non troverà alcuna corrispondenza nella coscienza e nel futuro del popolo.
Oggi, chiunque pretenda di parlare a nome del popolo curdo deve prima ottenere il consenso e la fiducia di quel popolo. Ogni pretesa di rappresentanza scollegata dal popolo è solo un’imposizione priva di fondamento. Il rapporto speciale che Öcalan ha intrattenuto con lo Stato, le sue dichiarazioni e le sue posizioni che spesso contraddicono le richieste del popolo, hanno da tempo privato la sua figura della legittimità di parlare a nome della nazione curda. Il tentativo di questa linea politica di esercitare un controllo sulla volontà del popolo curdo non può essere accettato.
La lotta per la liberazione nazionale non appartiene a una sola ideologia, a una sola persona o a una sola organizzazione. La richiesta di libertà del popolo curdo è multiforme, stratificata, e nasce dall’intelligenza collettiva del popolo stesso. Nessuno ha dunque il diritto di parlare in modo assoluto in nome di questo popolo o di decidere unilateralmente del suo destino. Il popolo curdo possiede la coscienza, l’onore e la capacità organizzativa per determinare il proprio cammino.
Ciò che bisogna fare oggi è basarsi sulla volontà genuina del popolo, costruire un’unità nazionale pluralista e non sacrificare la lotta storica per interessi di potere personale. Il popolo curdo non è più legato alle persone: è legato al proprio destino. E questo destino non è nelle mani di nessuno.