Iran. L’Attacco di Trump? Il nucleare non c’entra, è un artifizio

Aggiornato il 24/06/25 at 12:25 pm

di Shorsh Surme –——-Chiunque creda che l’attacco degli Stati Uniti all’Iran abbia risolto una qualsiasi delle equazioni conflittuali che infuriano dall’attacco di venerdì 13 giugno e che erano state intrecciate tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu, non è altro che un dilettante o una persona impulsiva ed emotiva.
Questo attacco ha portato la regione in una nuova fase di guerra, il cui titolo è: “I negoziati non progrediranno finché lo Stato occupante non ritratterà tutto ciò di cui si vantava prima dell’attacco americano, per sfuggire alla guerra di logoramento”.
In origine l’attacco americano aveva semplicemente lo scopo di accelerare la fine dei bombardamenti e dei contro bombardamenti dopo il fallimento dell’attacco shock and awe. Affermo qui che la questione non riguarda affatto i reattori nucleari, né la vicinanza dell’Iran allo sviluppo di un’arma nucleare, perché Netanyahu ripete da più di 30 anni che l’Iran è a pochi mesi, o addirittura a poche settimane, dal raggiungerla.
Anche il rapporto depositato sulla scrivania di Donald Trump non era altro che il risultato di un vile gioco messo in atto dal capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, quando si è auto-impiegato come piccola spia per lo Stato sionista e ha falsificato un rapporto che non aveva alcun capitolo o origine, e non è passato attraverso nessun comitato tecnico o legale dell’agenzia, ed è stato ritirato dal fascicolo dopo le obiezioni dei comitati competenti dell’agenzia, è stato ritenuto non valido. Tuttavia la versione che è stata annullata è quella presentata a Trump, su cui si basava la discussione alla Casa Bianca, e su cui quest’ultima si è basata per stabilire il grado di “pericolo” raggiunto dal programma iraniano.
In breve l’attuale direttore dell’agenzia ha orchestrato questo gioco in collaborazione con Netanyahu per persuadere Trump, non perché avesse bisogno di essere convinto, ma piuttosto per fare affidamento sul “rapporto” per assicurarsi l’opinione della maggioranza all’interno dell’amministrazione.
Questo particolare incidente dimostra a ogni persona razionale e imparziale che il problema non è il programma nucleare, né tantomeno la questione da affrontare.