Iran. Il piano di Netanyahu di fermare il programma nucleare

Aggiornato il 16/06/25 at 12:20 pm

di Shorsh Surme –———All’alba di venerdì 13 giugno Israele ha lanciato un’operazione militare coordinata su larga scala contro l’Iran, nome in codice “Lione nascente”. Oltre 200 aerei da guerra, tra cui caccia F-35, hanno preso parte a cinque ondate di attacchi aerei contro circa 100 obiettivi all’interno del Paese. Si è rivelato l’inizio di una guerra su vasta scala, che è andata oltre l’obiettivo dichiarato di distruggere le capacità nucleari dell’Iran, trasformandosi in un tentativo di indebolire l’economia e far cadere il regime iraniano. L’attacco, che ha dimostrato la superiorità tecnologica e dell’intelligence israeliana (e naturalmente americana), ha portato all’assassinio di circa venti alti ufficiali delle Guardie Rivoluzionarie e delle Forze armate iraniane il primo giorno, tra cui il comandante delle Guardie Rivoluzionarie Hossein Salami, il capo di stato maggiore dell’esercito Mohammad Bagheri e 16 scienziati nucleari. L’attacco ha preso di mira anche i siti del programma nucleare iraniano a Natanz (Isfahan), Fordow (Qom), Parchin (a est di Teheran) e Arak (Iran centro-occidentale), nonché centri di produzione di missili balistici e basi di lancio, ma anche impianti di produzione di droni. In risposta l’Iran ha lanciato l’operazione True Promise 3, lanciando più di 150 missili balistici e più di 100 droni verso Israele. Molti di questi missili sono sfuggiti ai sistemi di difesa israeliani e americani, coinvolti negli sforzi per respingere l’attacco iraniano, e hanno colpito varie zone di Israele, tra cui Haifa e Tel Aviv. Questo scontro tra Israele e Iran è avvenuto alla vigilia della scadenza di 60 giorni fissata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per concludere un accordo sul programma nucleare iraniano e dopo l’annuncio di un nuovo round di negoziati previsto tra Washington e Teheran nel Sultanato dell’Oman.
Da quando è tornato al potere nel 2009, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto della distruzione del programma nucleare iraniano uno degli obiettivi principali di ogni governo da lui formato, sia attraverso operazioni di sabotaggio, sia prendendo di mira gli scienziati nucleari iraniani per assassinarli. In questo contesto si è opposto a qualsiasi soluzione pacifica della questione nucleare iraniana e si è schierato fermamente contro l’accordo del 2015 concluso dall’amministrazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ufficialmente noto come “Piano d’azione congiunto globale”, cercando di abortirlo. Ciò è accaduto quando il presidente Trump ha deciso di ritirarsi dall’accordo nel maggio 2018 e ha reimposto sanzioni economiche all’Iran nel quadro di una politica nota nei media come politica di “massima pressione”, che mirava a spingerlo ad accettare un nuovo accordo più severo nel monitoraggio delle sue attività nucleari. Nello stesso anno Israele è riuscito a rubare l’archivio del programma nucleare iraniano e a mostrarne alcune parti al pubblico.
Nel novembre 2020 è riuscito ad assassinare Mohsen Fakhrizadeh, che l’Iran considera il “padre” del suo programma nucleare. Sebbene i negoziati tra Washington e Teheran siano ripresi sotto l’amministrazione di Joe Biden con l’obiettivo di tornare all’accordo del 2015, questi sforzi non hanno avuto successo e si sono bloccati completamente in seguito all’operazione “Alluvione di al-Aqsa” condotta dal Movimento di resistenza islamico “Hamas” il 7 ottobre 2023.
Nel contesto dell’escalation tra Israele e Iran dopo l’Intifada di al-Aqsa, l’anno 2024 ha visto due importanti scontri aerei tra i due Paesi; il primo episodio si è verificato ad aprile, dopo che Israele ha bombardato il consolato iraniano a Damasco e ucciso i comandanti delle Guardie Rivoluzionarie in Siria e Libano. L’Iran ha risposto lanciando circa 200 missili e droni verso Israele. Il secondo scontro è scoppiato in ottobre. Ciò è avvenuto in risposta all’assassinio da parte di Israele del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran, e all’assassinio del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nella periferia sud di Beirut. Israele ha cercato di sfruttare la risposta dell’Iran nel secondo scontro per colpire il suo programma nucleare, ma la pressione esercitata su di esso dall’amministrazione Biden, per paura di trascinarlo in una guerra con l’Iran, ha fatto sì che Israele si accontentasse di colpire le difese aeree iraniane, in particolare quelle a protezione degli impianti nucleari di Isfahan, nonché di distruggere gli impianti di produzione di combustibile solido per missili balistici.