Israele. La questione degli attacchi alle centrali nucleari iraniane

Aggiornato il 05/06/25 at 07:40 pm

di Shorsh Surme –——Con le sue minacce, il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta rendendo pubblici i piani e i preparativi dell’esercito israeliano mentre, è stato osservato, “la pianificazione e l’esecuzione di un attacco del genere devono essere condotte in segreto. Israele non dispone di bombe in grado di penetrare i rifugi sotterranei degli impianti nucleari”.
Netanyahu ha ribadito per la terza volta la sua minaccia di attaccare gli impianti nucleari iraniani, senza finora averla messa in pratica. L’analista della sicurezza Yossi Melman ha osservato che le minacce di Netanyahu hanno lo scopo opposto, poiché stanno rendendo pubblici i piani e i preparativi dell’esercito israeliano.
Nella retorica di Netanyahu Israele non permetterà all’Iran di sviluppare un’arma nucleare. A ciò si aggiungono l’invio di jet da combattimento israeliani a esercitazioni di addestramento, che includono il lancio di bombe e missili, l’intensificazione delle attività di raccolta di informazioni e l’impegno diplomatico degli ambasciatori israeliani e dei capi missione in tutto il mondo, che chiedono a molti paesi di sostenere Israele.
Su Haaretz Melman ha osservato che i preparativi israeliani per l’attacco al reattore nucleare iracheno nel giugno 1981 e al reattore siriano nel settembre 2007 sono stati tenuti segreti. Tuttavia “attraverso le istruzioni che impartisce all’esercito e all’aeronautica israeliana, Netanyahu cerca di segnalare alle agenzie di intelligence di tutto il mondo, in particolare degli Stati Uniti, che dovrebbero monitorare i preparativi ed essere consapevoli delle intenzioni di Israele. Netanyahu ordinò all’esercito e all’aeronautica israeliani di prepararsi ad attaccare gli impianti nucleari iraniani nel 2008-2009, con il supporto dell’allora ministro della Difesa Ehud Barak. Tuttavia il capo di Stato maggiore delle Idf, Gabi Ashkenazi, il direttore del Mossad, Meir Dagan, e il direttore dello Shin Bet, Yuval Diskin, impedirono un simile attacco e chiesero che la decisione fosse presa dal governo. Era chiaro a Netanyahu e a Barak che non vi fosse una maggioranza nel governo a favore di un attacco. Ciononostante l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama prese sul serio i preparativi di Israele per l’attacco e inviò messaggi di avvertimento al governo Netanyahu-Barak. Melman scrive che Ashkenazi gli disse in seguito di non escludere la possibilità che lui e Dagan fossero “vittime di un inganno da parte di Netanyahu e Barak, sapendo che le informazioni sarebbero arrivate agli americani”.