Turchia. La diga di Ilisu: un’arma in mano a Erdogan

Aggiornato il 22/06/18 at 06:40 pm

di Shorsh Surme – Il “sultano onnipotente” turco Recep Tayyp Erdogan ha ordinato proprio ieri il riempimento della diga di Ilisu. Una diga che è stata progettata e studiata sul fiume Tigri per annientare in primis la popolazione curda lasciando anche l’Iraq e la Siria a secco.
Per questa maledetta diga sono stati spesi ben un miliardo e cento milioni di euro. Un enorme investimento in una Turchia che soffre una crisi economica cronica.
La diga è alta quasi 145 metri e si estende su 39mila ettari: sicuramente costringerà i curdi ad abbandonare il territorio, in particolare gli 82mila abitanti di Hasankeyf, il sito archeologico e storico nel cuore del Kurdistan, situato a 32 km da città di Batman, dove si trovano le rovine della capitale artuchide del XII secolo. I basamenti attualmente visibili del ponte che un tempo si stendeva sul fiume Tigri e collegava le due parti della città con il palazzo ora in rovina, situato all’interno della cittadella, evocano i fantasmi di una dinastia svanita.
Hasankeyf è forse il centro più importante per la cultura curda, meta di pellegrinaggio per oltre trentamila persone l’anno. Hasankeyf è sede di luoghi sacri e di siti archeologici di valore inestimabile e una storia di 5mila anni, i cui monumenti attiravano migliaia di turisti ogni anno, prima che la guerra trasformasse il Kurdistan in un immenso campo di concentramento. Si evidenzia così il ruolo politico di un’opera che non ha avuto praticamente opposizione ne’ da parte della Siria ne dell’Iraq, paesi impegnati in guerra.
Durante tutti gli anni ’90 le forze di sicurezza turche hanno distrutto sistematicamente 3.349 villaggi curdi e reso profughi più di due milioni e seicentomila curdi e con essi anche cristiani assiro-aramaici. Fino ad oggi le autorità turche hanno rifiutato la ricostruzione dei paesi, anzi, con la costruzione della diga di Ilisu più di 313 Km quadri di terreno lungo il Tigri verrebbero inondati.
Europa se ci sei batti un colpo, non dare solo i miliardi al salutano turco!

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