Crisi e guerra all’Isis non spengono Erbil. Intervista al governatore Nawzad Hadi

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Aggiornato il 03/05/18 at 04:31 pm

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di Giuliano Bifolchi –
Il governatorato di Erbil si trova poco distante dalla Cittadella, sito archeologico divenuto patrimonio dell’Unesco nel ……..

2014. A notte inoltrata – prova di un certo stakanovismo – il governatore della regione di Erbil, Nawzad Hadi, ha ricevuto il team di Notizie Geopolitiche in un ambiente cordiale, prova dell’alto sentimento di ospilità che i curdi sanno offrire.
Con tranquillità il governatore ha affrontato la complessa situazione della capitale del Kurdistan irq. ed in generale dell’area da lui amministrata, approfondendo l’aspetto economico ed evidenziando come le continue sfide nel campo dell’assistenza umanitaria e delle sicurezza rappresentino un significativo problema per il governatorato.
“Ovviamente lo Stato Islamico – ha spiegato Hadi – è uno dei nostri maggiori problemi visto che le forze militari dei peshmerga sono attualmente impegnate su una linea di frontiera lunga più di mille chilometri, che corre a poca distanza da qui. A questo aggiungerei la componente economica dovuta ad un taglio del budget del Kurdistan operato da circa due anni dal Governo di Baghdad, che ha lasciato la nostra regione sola ad affrontare la minaccia terroristica e la crisi umanitaria.
– Che impatto ha la crisi dei profughi sulla vostra regione?
“In merito alla crisi umanitaria ed al problema sociale devo fare notare come Erbil abbia attualmente un milione e mezzo di profughi iracheni e 120 mila rifugiati siriani, un numero molto alto che sta incidendo sulla città e sulla popolazione locale. Infatti queste persone necessitano di servizi quali acqua, cibo, assistenza sanitaria, un luogo dove stare, tutte cose fornite dal nostro governo e che ricadono economicamente sulle nostre casse. Tra i profughi ed i rifugiati si contano sunniti, sciiti, cristiani, yazidi, curdi, arabi i quali continuano a caratterizzare la città di Erbil ed in generale il Kurdistan come una regione multietnica e multi religiosa, che necessità però di un grande supporto internazionale per non implodere in una crisi sociale ed umanitaria”.
– La guerra è vicina: Erbil è sicura?
“Il lavoro dei peshmerga è ottimo e grazie al supporto della nostra agenzia di intelligence attualmente la città di Erbil si deve considerare sicura. Ovviamente anche noi abbiamo i nostri problemi: una situazione che vorrei mettere in risalto è il difficile rapporto tra il PKK e la Turchia, come pure i continui scontri al confine curdo che minacciano la stabilità della regione. È di questi giorni la notizia dell’attacco ad un oleodotto turco-curdo, azione mirata a minare i rapporti tra Erbil ed Ankara ed anche a danneggiare la nostra economia.
Come governatore di Erbil ed anche rappresentante del Kurdistan devo inoltre ringraziare la comunità internazionale per il continuo supporto alle nostre forze e la nostra battaglia contro lo Stato Islamico; devo tuttavia dire che il paese ha bisogno di un maggior numero di aiuti, in special modo finanziari, per poter far fronte alla crisi economia attuale, e militari, per poter equipaggiare i nostri soldati fornendo loro un training adeguato per affrontare una guerra senza quartiere, come quella contro i terroristi del Daesh”.
-Si parla di una prossima liberazione di Mosul: che impatto potrebbe avere su Erbil?
“Attualmente il governo di Erbil, insieme alla comunità internazionale, sta pianificando la riconquista di Mosul, città dove l’economia è completamente collassata a causa dello Stato Islamico. Tale liberazione potrebbe produrre più di 800 mila profughi, la maggior parte arabi sunniti, i quali verranno distribuiti principalmente tra Erbil e Dohuq, grazie anche alla cooperazione che stiamo avviando con le Nazioni Unite per essere pronti ed affrontare al meglio un problema umanitario di tale portata.
– Il basso costo del petrolio ha accentuato ulteriormente la crisi. In che modo il,paese potrebbe uscire da una tal empasse, fatta anche di profughi, guerra in corso e non semore ottimimrapporti con Baghdad?
“Diffusamente vengono sommati i concetti di Kurdistan e petrolio, ma non molti sanno che il nostro paese dispone anche di gas naturale: proprio in questo settore stiamo valutando la possibilità di realizzare una pipeline con la Turchia per raggiungere anche il mercato europeo. Purtropo la crisi economica ha fatto registrare una battuta di arresto nel settore delle costruzioni e per ovviare a questo problema il nostro governo sta cercando di stringere accordi per ripagare le compagnie che hanno iniziato a lavorare in loco. Già il prossimo mese a Ankara verrà firmato l’accordo che permetterebbe il pagamento delle compagnie edili tramite le banche turche, le quali verranno poi rimborsate dai proventi del petrolio e del gas esportati nel paese. Questo esempio dimostra come noi abbiamo bisogno di un sistema finanziario e bancario forte, in grado di supportare i nostri progetti e le compagnie che vi prendono parte”.
Permettetemi di concludere ponendo l’attenzione sull’aspetto culturale e storico di Erbil, città patrimonio dell’UNESCO e considerata tra le più antiche al mondo. Invito tutti a venire qui, a godere della nostra ospitalità e a visitare la cittadella, vero capolavoro architettonico oggi in fase di restauro grazie anche all’apporto di compagnie straniere, tra cui italiane”.
Fonte:notizie geopolitiche
http://www.notiziegeopolitiche.net

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