La Turchia se ne pentirà. Che vuol dire Putin?

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Aggiornato il 03/05/18 at 04:38 pm

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di Savino Padus
Tuttavia, Berlino non crede Ankara e suppone che la Turchia potrebbe utilizzare le sue informazioni per prendere di mira le posizione curde…………


Zero Hedge scrive come sia palese come Washington abbia facilitato l’arrivo di convogli di petrolio dell’ISIS in uno sforzo per garantire che il gruppo terrorista mantenesse il finanziamento di cui ha bisogno per continuare a destabilizzare la Siria e il governo di Assad e al fine di preservare i rapporti amichevoli con Ankara che beneficia del traffico di greggio clandestino, tanto dal Kurdistan che dallo Stato islamico.
In più, il piano per la transizione politica in Siria, che i ministri degli Esteri hanno concordato durante gli ultimi negoziati a Vienna, verrà messo in atto all’inizio dell’anno nuovo. E’ preoccupazione evidente degli ufficiali tedeschi che i turchi possano analizzare le registrazioni della Bundeswehr che li metterebbero grado di identificare obiettivi curdi, e attaccarli indipendentemente dalla coalizione. Inoltre, a Baku, Erdogan si è soffermato sia sulle forniture, che sulla possibilità di realizzare un altro gasdotto, il Tanap, che – qualora entrasse in funzione nel 2018 – permetterebbe di incrementare di 6 milioni di m3 le annuali importazioni di gas dall’Azerbaijian. La scorsa settimana, durante il summit sul clima di Parigi, tanto gli Stati Uniti quanto l’Europa hanno fatto appello a una soluzione diplomatica durante i vari incontri tra i leader occidentali e il presidente russo Putin e il turco Erdogan. “Noi consigliamo alla parte americana di vedere come i camion cisterna non solo passino i posti di blocco al confine con la Turchia, ma non si fermano proprio”. Ma allora se Russia e Iran sapevano e lo documentano, non è assolutamente credibile che gli USA ne fossero all’oscuro dato che hanno sistemi di ‘osservazione’ tra i più tecnologicamente avanzati ed efficienti al mondo.
Putin ha accusato personalmente Erdoğan di trafficare petrolio siriano comprandolo dall’Isis (che ora tutti chiamano Daesh) e rivendendolo sul mercato nero in Turchia.
La pubblicazione fa notare che i giornali turchi ripetutamente si sono interrogati sul perchè le navi di Bilal si trovassero sulle coste siriane. “Tira fuori le prove”, ha detto.
L’amministrazione Usa vuole che Ankara svolga un’azione più diretta contro IS, anche se allo stesso tempo sostiene che in parte questo è dovuto al fatto che Ankara prosegue le incursioni contro sostenitori lavoratori del partito democratico del Kurdistan (PKK), che entrambi i Paesi considerano un gruppo terroristico.
L’ultima notizie arriva dal quotidiano “Hurriet”, secondo il quale dopo le proteste irachene e le perplessità occidentali Ankara ieri sera avrebbe ritirato i 350 soldati schierani sul confine del Kurdistan.
fonte: Rosa Rossa

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