Racconti di Resistenza: testimonianze, video e mostra fotografica del Collettivo Exit in Kurdistan

Aggiornato il 03/05/18 at 04:39 pm


Domani alle 19.30 appuntamento presso la sede del Collettivo Exit, in via Mariano Sante 37, per ascotlare le testimonianze e guardere i video e le foto dell’esperienza vissuta da alcuni rapprensentanti del Collettivo Exit in Kurdistan, dove si sta combattendo una battaglia aspra contro l’Isis…….. Spiega Franceco Caputo del Collettivo:«Domani sarà l’anniversario della Resistenza, e con esso arriverà, come di consueto, il solito contorno ipocrita di celebrazioni istituzionali che cercano di depotenziare e rendere innocuo il messaggio bruciante che ancora ci arriva di quei giorni. Quello che per noi rappresenta un momento fondante della nostra azione politica, che parla di antifascismo, di autodeterminazione, di uguaglianza e di libertà verrà come al solito sporcato da qualche improbabile politicante che di antifascismo, uguaglianza e libertà probabilmente non ha mai sentito parlare».
«È per questo – continua Caputo – che quest’anno abbiamo deciso di cercare di ridar forza al messaggio della Resistenza partigiana andando a guardare a quello che sta succedendo a poche centinaia di chilometri da casa nostra. Il collettivo Exit ha avuto l’opportunità nel mese di Marzo di aggregarsi alla Carovana Newroz 2015, che ha portato attivisti e organizzazioni nel cuore del Kurdistan, sul confine curdo-siriano per osservare e portare solidarietà e supporto ai movimenti di resistenza che le milizie curde hanno opposto e stanno opponendo all’avanzata della squadracce dell’Isis».
«Milizie – continua Caputo – che, nella più completa autonomia, senza alcun aiuto da parte delle potenze occidentali, che son rimaste comodamente a guardare, sono riuscite a liberare i territori siriani al ridosso del confine turco, territori in cui in questi anni stanno fiorendo esperimenti di autogestione comunitaria, di confederalismo democratico, estremamente all’avanguardia, e che pongono al centro quei valori di libertà, uguaglianza e solidarietà che rappresentano per noi il vero significato del 25 Aprile».
«Abbiamo potuto toccare con mano lo sforzo che i curdi stanno sopportando per portare avanti le loro istanze di autodeterminazione e per dare adeguato supporto alle migliaia di profughi che fuggono dalle devastazioni scatenate dalle formazioni islamiste; abbiamo incontrato i rappresentanti delle formazioni politiche e gli abitanti dei campi profughi, che ci hanno raccontato la situazione della regione e le terribili storie che provengono al di là del confine; ci siamo resi conto, e ci è stato chiesto di portare questo messaggio, che ora, anche con l’Isis ormai non così vicino, la priorità assoluta è ricostruire, e non permettere che i progetti di autogoverno e di democrazia partecipativa e dal basso si perdano tra le macerie».
«Abbiamo deciso quindi di organizzare un incontro pubblico – conclude Caputo – per narrare i racconti di resistenza che abbiamo appreso in Kurdistan, proiettare video e allestire una piccola mostra fotografica per portare le immagini e i colori di una popolazione che, nonostante tutto, non ha ancora voglia di arrendersi e di veder tradita la propria Resistenza». Fonte:barlettlive.it
 

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