Il futuro del Kurdistan dopo l’assedio di Kobane: un incontro a Torino

Aggiornato il 03/05/18 at 04:40 pm


Organizzato per lunedì dall’Istituto internazionale di cultura curda. Oltre al sindaco Piero Fassino, a Domenico Quirico e alla scrittrice Laura Schrade, vi prenderanno parte Sadi Pira e Soran Ahmad, rispettivamente responsabile esteri e portavoce dell’Unione patriottica del Kurdsistan (UpK) …….. TORINO – Se nel 1923 fu l’esito della guerra d’indipendenza Turca a far sfumare il sogno di un Kurdistan unito, a quasi cento anni di distanza è oggi un nuovo conflitto armato a riaccendere i riflettori sulla questione. Per quasi un secolo, la persecuzione di questo popolo sparpagliato tra quattro stati – al quale persino il diritto di parlare la propria lingua è stato spesso negato – si è consumata nel sostanziale disinteresse della comunità internazionale. Per questo, oltre che una disperata prova di forza, l’avanzata dello Stato islamico potrebbe rappresentare una nuova opportunità per il sogno di unità del popolo curdo: nel giro di qualche settimana, le formazioni Peshmerga in Iraq e quelle dell’Ypg in Siria si sono ritrovate accreditate come ultimo scudo contro l’avanzata delle truppe di Al Baghdadi; mentre l’assedio di Kobane ha avuto l’effetto di far luce, almeno parzialmente, sulla controversa questione dei rapporti con il governo Turco.
Di questo e molto altro si parlerà lunedì a Torino, nel secondo di una serie di incontri che l’Istituto internazionale di Cultura curda sta tenendo per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sul possibile destino del proprio popolo, alla luce dei fatti di Kobane e del genocidio di Shengal. Il primo appuntamento si è tenuto il mese scorso a Palazzo Chigi e – secondo Soran Ahmad, segretario dell’Istituto e portavoce dell’Unione patriottica del Kurdistan (UpK) – ha rappresentato “un evento estremamente importante, dal momento che per la prima volta il vostro Parlamento ha riconosciuto la questione curda con un atto ufficiale e tangibile”. “Anche in passato – continua Ahmad – l’Italia aveva dimostrato interesse per il nostro popolo: la differenza è che oggi il tema sta entrando nell’agenda istituzionale e dunque non è più frutto della sola iniziativa di questo o quel gruppo politico”.
A Torino, oltre ad Ahmad, sarà presente il responsabile Esteri dell’UpK, Sadi Pira, cui toccherà il compito di portare nel vivo il dibattito, con una relazione sull’attuale situazione in Kurdistan e sui possibili sviluppi futuri. Saranno inoltre presenti il sindaco Piero Fassino, l’inviato della Stampa Domenico Quirico e la scrittrice Laura Schrader. A introdurre il dibattito sarà invece Cristina Avonto, presidente della cooperativa sociale Progetto tenda, ente promotore dell’evento, che da anni in Piemonte lavora sulla gestione dei rifugiati ed è oggi tra i maggiori interlocutori italiani dell’Istituto di cultura curda. “Proprio la questione dei rifugiati – spiega Avonto – è tra i temi che più legano l’Italia a quanto accade in Siria e nel Kurdistan turco. La questione dei rapporti con il governo di Erdogan rappresenta, in un certo senso un tabù; ma è un dato di fatto che proprio da quella zona oggi si moltiplicano le richieste d’asilo da parte dei curdi, che in Turchia vedono ancora violati i propri diritti civili. Una situazione con cui la politica italiana dovrà comunque fare i conti, quantomeno per l’effetto che potrebbe avere sui flussi migratori diretti nel nostro paese”.
“Le ultime settimane a Kobane – le fa eco Ahmad – dimostrano che non è tanto, o non solo, di un supporto militare che abbiamo bisogno: di fatto, stiamo dimostrando di saper reggere autonomamente l’urto degli attacchi dell’Isis. Alla comunità internazionale, e dunque all’Italia, chiediamo piuttosto una presa di coscienza onesta e complessiva del quadro politico attuale: nel Kurdistan iracheno, ad esempio, oggi vivono ammassati quasi un milione di profughi che, in base all’esito del conflitto, potrebbero essere nuovamente costretti a fuggire anche da quelle zone, magari verso l’Europa. Finora la tendenza è quella di rimanere vicini alle proprie aree di provenienza, ma nei campi la sovrappopolazione sta diventando un problema che non può più essere ignorato: e molto di ciò che accadrà in futuro dipenderà da quanto la comunità internazionale deciderà di abbandonare queste persone a se stesse”.
“Mutamenti politici in Medio-Oriente: Shengal e Kobane” avrà luogo dalle 10.30 alle 13.30 di lunedì 19 gennaio nella sala delle colonne della sede del Comune di Torino, in Piazza palazzo di città n.1. Per informazioni: 011/2478839 – protebda@arpnet.it (ams)
Fonte:redattoresociale.it

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