Kurdistan iracheno, crolla Talabani

Aggiornato il 03/05/18 at 04:32 pm

Nena News – L’Unione Patriottica del Kurdistan (Upk) guidata dal presidente iracheno Jalal Talabani non è più il primo partito del Kurdistan iracheno. Secondo i risultati ufficiali delle elezioni del 21 settembre,…….. la formazione che ha dominato la scena politica della regione per decenni si è piazzata al terzo posto, conquistando appena 18 seggi su un totale di 111 per il rinnovo del parlamento autonomo.

Con 38 seggi si conferma primo invece il Partito Democratico del Kurdistan (Pdk) del presidente della regione autonoma Massoud Barzani, mentre Goran (Movimento per il cambiamento, ndr), principale partito di opposizione guidato dall’ex leader del Puk Nawshirwan Mustafa, perde un seggio rispetto alle elezioni del 2009, ma si aggiudica comunque il secondo posto con 24 seggi.

Avanza invece in quarta posizione l’Unione Islamica del Kurdistan, al quale nei sondaggi erano stati attribuiti cinque seggi, contro gli 11 conquistati. Altri 11 seggi sono riservati alle minoranze assire, turkmene e armene, mentre le restanti 20 poltrone sono state divise tra partiti minori.

L’Ukp e il Pdk hanno comunque i numeri per rinnovare la loro coalizione di maggioranza sebbene, come notano gli osservatori, l’Upk figurerà come partner minore. Soli per la prima volta dal 1992, nelle elezioni del 2009 la loro coalizione si era aggiudicata la metà delle preferenze dei due milioni e 800mila aventi diritto della regione autonoma settentrionale dell’Iraq, conquistando 59 seggi.

La loro unione era frutto di un accordo raggiunto nel 2007, fondato sulla perfetta divisione delle poltrone. Ma l’assenza del leader dell’Upk e presidente iracheno Jalal Talabani, ricoverato in Germania da quasi nove mesi per un ictus, e la mancanza di un leader sostitutivo hanno fatto calare molto la popolarità di cui storicamente godeva il partito nazionalista di ispirazione socialdemocratica.

Resta da vedere quale posizione prenderanno Goran e l’Unione islamica durante le consultazioni. Con la capitale della regione autonoma Erbil toccata da una serie di attacchi terroristici per la prima volta da sei anni, all’ombra di una nuova, possibile guerra civile irachena che ha provocato quasi mille morti solo nel mese di settembre, le carte in tavola sono tutte da giocare. Nena News

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