Le elezioni presidenziali in Iran non sono democratiche

Aggiornato il 03/05/18 at 04:32 pm


di Shorsh Surme

Le elezioni presidenziali in Iran che, secondo la costituzione della Repubblica Islamica, si svolgono ogni quattro anni, non sono democratiche per vari motivi.In primo luogo, i candidati possono competere solo se sono già……. autorizzati da parte del Consiglio dei Guardiani, un corpo vicino al leader supremo iraniano, l’ayatollah Ali Khamenei, costituito da dodici teologi e giuristi: la loro missione è quella di verificare che nessuno dei candidati possa essere una minaccia per la teocrazia che regna l’Iran ormai da 34 anni.
Infatti, tra le centinaia dei candidati, sono stati approvati solo otto, fra questi due si sono ritirati, quindi sono rimasti in sei. Tra gli squalificati c’era il nemico dell’uscente presidente Mahmoud Ahmadinejad, Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, 78 anni, ex presidente della repubblica Islamica dell’Iran dal 1989 al 1997 che è uno dei più potenti uomini politici in Iran, che ha anche una fortuna personale davvero incalcolabile.
Una campagna elettorale per un posto così importante dura solo due settimane per non dare la possibilità ai candidati di andare oltre ai discorsi e le promesse già concordate: il resto è stata tutta propaganda.
Uno come Hassan Rouhani, che ha promesso mari e monti, viene considerato non un riformista ma addirittura un indipendente che ama le riforme. Bene la metà dei voti sono arrivati proprio da parte dei riformisti, in quanto speranzosi per un cambiamento pur parziale in Iran.
Per chi conosce bene quel paese e quel sistema, sa che ci sono dai personaggi come il potente Ali Larijani, lo speaker del Parlamento (il Majlis), impegnato nel tentativo di ridimensionare i poteri della più importante carica esecutiva del paese, proprio per non lasciare la possibilità di qualche apertura “democratica”.
Nella elezioni del 2009, ricordiamo, ci sono stati un centinaio di morti e, da allora, il candidato presidenziale riformista, Mir-Hossein Moussavi, è stato detenuto agli arresti domiciliari.
Ora l’unica possibilità di Rouhani è quello di cercare di convincere sia Mohammad Khatami sia Ali Akbar Hashemi Rafsanjani di unificare i loro gruppi per dar vita a una opposizione forte all’interno del Parlamento, se vuole mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale e di non deludere i giovani che sono la maggioranza della popolazione Iraniana, le donne, le classe media e tutti i gruppi che hanno una sete per la libertà e per cambiamento.

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