Oltre 200mila rifugiati siriani in Turchia, Libano, Giordania e Iraq

Aggiornato il 03/05/18 at 04:33 pm


Lo riferisce l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Molti sono giovani minorenni o bambini piccoli senza accompagnatori. La Turchia accoglie 78mila profughi, 44mila giunti dalla fine di luglio. Continuano le violenze a Damasco e Aleppo: almeno 70 morti in tre giorni, 4mila nelle ultime tre settimane………. Sono più di 200mila i rifugiati siriani fuggiti nei Paesi vicini, per fuggire dalle violenze che continuano a insanguinare il Paese. Adrian Edwards, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), ha fornito i dati nel corso di una conferenza stampa a Ginevra, sottolineando come la cifra superi le proiezioni previste per la fine dell’anno, che parlavano di circa 185mila profughi. Solo nell’ultima settimana, almeno 30mila persone sono arrivate in Turchia, Libano, Giordania e Iraq. Tra queste, molti sono giovani sotto i 18 anni, e bambini non accompagnati. Intanto, il conflitto a Damasco e Aleppo non si ferma. Secondo alcuni attivisti, i carri armati siriani hanno raggiunto Darayya (sobborgo della capitale), dopo aver ucciso circa 20 persone in un’esplosione. Secondo l’Unhrc, gli sfollati interni (Internally Displaced People, Idp) sarebbero 1,2 milioni, e 2,5 milioni le persone che necessitano di aiuti umanitari.
In Giordania, 2.200 civili avrebbero superato il confine ieri, nel cuore della notte, trovando rifugio nel campo di Zaatar. In Libano, dove il conflitto siriano sta sconfinando, con scontri tra la frangia sunnita e gli alawiti fedeli al presidente Assad, si contano almeno 51mila rifugiati registrati. Le scuole vicine al confine iracheno sono già tutte sovraffollate, anche se i bambini locali stanno preparandosi per tornare sui banchi.
Ma è la Turchia ad accogliere il numero maggiore di rifugiati: secondo la Direzione calamità ed emergenze, più di 78mila siriani sarebbero nei campi profughi turchi, 44mila di questi giunti dalla fine di luglio. Ankara ha però avvertito di non poter accogliere più di 100mila persone, e ha così suggerito all’Unhrc di creare un rifugio sicuro su suolo siriano, per contenere l’esodo.
L’aumento improvviso del numero di rifugiati è da ricondurre all’inasprirsi delle violenze in questi mesi estivi. Negli ultimi tre giorni, almeno 70 persone hanno perso la vita a Darayya, la maggior parte delle quali erano civili. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, in tutto il Paese più di 90 persone sono morte ieri, e circa 220 due giorni fa. Nelle ultime tre settimane, le il bilancio delle vittime è di 4mila persone. Tuttavia, alcuni affermano che le forze armate di Assad avrebbero distribuito volantini, incoraggiando la gente a scappare, così da punire i Paesi vicini, la Turchia in particolare, e mettere loro pressione.
Nonostante l’escalation di violenza, come ogni venerdì dal marzo 2011 (inizio della crisi, ndr) ieri i siriani sono scesi in piazza, per esprimere la loro opposizione al regime e il loro disappunto per l’incapacità della comunità internazionale nel fermare lo spargimento di sangue. I manifestanti hanno marciato al grido “Agli occhi del mondo siamo disgustosi!”.
Damasco (AsiaNews/Agenzie)

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