Mondo arabo : ribellione alle leadership oppressive e retrograde

Aggiornato il 03/05/18 at 04:36 pm


di Shorsh Surme
La tensione rimane alta in tutto il mondo, dalla Libia al Marocco, dal Bahren allo Yemen.
La rivolta popolare in Egitto che ha costretto Hosni Mubarak alle dimissioni dopo 30 anni di potere e la partenza precedente del dittatore della Tunisia, Ben Ali, segna l’inizio di un nuovo periodo incerto in tutta la regione.

Il mondo arabo è composto di circa 350 milioni di abitanti (la grande maggioranza sono musulmani sunniti). Si compone attualmente di 21 nazioni, che vanno dal Nord Africa al Medio Oriente. Il reddito medio annuo nel mondo arabo è di 8.000 dollari che è circa il 30 per cento in meno rispetto alla media mondiale, nonostante l’enorme ricchezza grazie al petrolio e al gas naturale.
Circa il 32 per cento della popolazione dei singoli paesi arabi non sa né leggere né scrivere. Addirittura in certi paesi come la Somalia, Yemen e Marocco, il tasso di analfabetismo arriva al 62 per cento. Le femmine hanno un tasso di analfabetismo molto piu’ alto rispetto ai maschi.
L’euforia del cambiamento si sta diffondendo in tutto il mondo arabo. I giovani sognano un futuro migliore. Sono passati più di cento anni dalla nascita del nazionalismo arabo, ma gli arabi si trovano tuttora in uno dei periodi più bui della loro storia. In tutti questi anni gli Stati ricchi hanno sempre usato tutta la ricchezza dei loro Paesi per l’acquisto dei armamenti e per loro benessere, mentre la popolazione moriva di fame.
La domanda sorge spontanea: Perché il mondo arabo si trova in questa triste situazione oggi? Non ci vuole uno storico o un accademico per dare una risposta a questa domanda. La spiegazione dell’attuale stato di cose è derivante dalla generale arretratezza della società araba, e la responsabilità principale di questa arretratezza ricade senza alcun dubbio sulle leadership degli arabi che hanno e hanno avuto il potere nel secolo scorso, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale.
Queste leadership non rappresentative, oppressive, dittatoriali, egoiste e irresponsabili, hanno portato la popolazione, soprattutto quella giovanile, all’esasperazione totale.
 

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