Alcune riflessioni sulla Padania

Aggiornato il 03/05/18 at 04:36 pm


L’Opinione di Massimiliano Buzzi

Recentemente ho letto con una certa curiosità ed attenzione la “diatriba” sorta tra i rappresentanti dei giovani padani ed alcuni altri commentatori in merito a varie questioni inerenti la Padania, la sua presunta esistenza o meno, l’esistenza di un identità culturale padana o meno e via discorrendo.
Mi piace analizzare le cose senza i paraocchi culturali, storici e geografici che molti mettono e tolgono secondo comodità politica.
Diciamo subito che il concetto di padania è un concetto di nuova creazione. Nel senso che NON ESISTEVA. Ma ciò però non significa che tutt’ora non esista affatto. Sì perchè parlandone, in bene o in male, affermandolo o negandolo, non si fa altro che alimentarne la consistenza. Forse lor signori leggono la storia in maniera un pò troppo faziosa e di parte per accorgersi di un concetto ricorrente.
Le nazioni sono sempre nate da un idea o da un azione. Qualcuno è convinto forse che una nazione sia un entità senza un punto di inizio?
Gli stati non sono un concetto scientifico,bensì sono un concetto politico, culturale, storico. E spesso anche etnico. No? Vi servo subito con qualche esempio.
Vogliamo parlare del caso del Kurdistan? Mi trovate una carta geografica in cui è segnalata questa nazione? Mi trovate un governo che la riconosce? Nessuno o quasi? Oh che strano! ma chissà perchè? Mi spiegate allora perchè un pò di milioni di persone si reputano e definiscono curdi? Mi spiegate in base a quale assurda logica combattono da decenni una guerra ad armi impari contro governi autoritari ed autocratici che li perseguitano e sterminano? Forse perché gli stanno antipatici?
Ecco quindi un esempio di nazione che non esiste ma dovrebbe esistere sulla base del (discutibile) principio etnico….
Non basta? Esempio fuori luogo? Benissimo. Parliamo allora di pakistan? Nazione creata dalla corona britannica, ad oggi invisa dall’india e dalla maggior parte degli indiani. Forse ci siamo scordati di quelle guerre striscianti che si combattono da decenni nelle ragioni del kashmire… ah già! Per noi quel nome significa solo pregiati maglioni di lana!
Ma ogni tanto rammentatevi che le due nazioni sono potenze nucleari, l’india in particolare è il secondo paese più popoloso del mondo e prossimo gigante economico. Il pakistan è invece il più pericoloso e infiammabile serbatotio di terrorismo del mondo (al-qaida e i talebani sono stati creati qui!) Eppure afferma una sua identità nazionale, che seppur creata forzosamente è ormai riconosciuta a livello internazionale. Eppure un giorno prima che fosse creata, chi avrebbe avuto il coraggio di alzarsi e gridare “noi non siamo indiani, questa non è l’india ma il pakistan!” ? nessuno? Forse nessuno lo avrebbe voluto.
Sono ugualmente fuori tema? Benissimo, proseguiamo oltre.
Parliamo allora dell’irlanda di michael collins. Qui effettivamente il caso storico è un po diverso, ma ugualmente ci riporta, a mio modesto parere, allo stesso tema. Un popolo ha (ri)cominciato ad avere coscienza di sé dopo la venuta di una guida che ha indicato con decisione la
direzione da prendere. E difatti a Londra questo non è piaciuto molto… tant’è vero che lo stesso collins fece la fine del topo…
Non voglio prendere in mano il caso italiano; non voglio ricordare la politicamente forzata e maldestra opera di riunificazione di popoli diversi, divisi, vicendevolmente ostili dai tempi di roma e ancor prima di roma.
Nella corso dei millenni cosa che cosa ci ha portato ad essere come italiani, un “tutto” organico ed omogeneo? Personalmente non saprei, impero romano a parte.
Chi vuol leggere in maniera obiettiva la storia sa che sono state troppe e sono a tutt’oggi troppe le differenze culturali territoriali, caratteriali che, come italiani, non riusciamo (o forse non vogliamo) superare… Certo in un atmosfera del genere è facile e comodo attribuire ogni responsabilità alla lega. Ottima mossa, astuta e utile per lavarsi le coscienze da responsabilità storico culturali
che ci portiamo dietro da molti secoli.
Chi frequenta il regno unito da tempo e ne legge con attenzione la storia, non potrà non notare una certa, lo dico in termini un pò ironici, leggera “differenza storico culturale” tra inglesi e scozzesi.
Eppure loro convivono nella stessa entità geografica fin dalla notte dei tempi.
A tutti piacerebbe vivere in un mondo ideale dove saremmo tutti fratelli, dove potremmo andare d’amore e d’accordo con tutti. Sfortunatamente non esiste un mondo così. Aprite i libri di storia, aprite gli atlanti e riconoscete quanto odio e quanto rancore permea la razza umana. Forse la cura migliore ci sarebbe se l’uomo applicasse un po’ meglio quel meraviglioso dono che è l’umiltà.
La nascita del concetto “padania” ad opera di un partito politico è ormai un dato di fatto, è un processo irreversibile. E tanto più la osteggiate, tanto più la disconoscete, tanto più motivate chi la sostiene a lottare per affermarne l’esistenza in maniera sempre più forte.
La storia insegna a chi vuol ascoltarla con onestà che vi son stati numerosi esempi nel mondo di nazioni nate in seguito ad un impulso politico.
Non illudetevi che la storia cambi passo e regole proprio adesso. Io non sono ne pro ne contro l’autodeterminazione eventuale ed ipotetica della padania, ma non condivido ragionamenti che ne neghino comunque ed ovunque l’esistenza. è una forma di oscurantismo.
Fonte: Varese News 4/12/2010
 

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