La milizia filo-occidentale in Iraq abbandonata alla vendetta degli insorti

Aggiornato il 03/05/18 at 04:37 pm


di A. Terenzi
I Figli dell’Iraq, conosciuti come Sahwa (risveglio), la milizia filo-occidentale messa in piedi dagli Americani per sviluppare in Iraq le strategie di contro-insurrezione del gen. Petraeus, è arrivata a contare 113.000 uomini, nel momento della sua massima attività.
Prima sotto il diretto controllo degli Usa, dai primi mesi del 2009 è passata al governo iracheno, all’epoca guidato dagli sciiti, che ovviamente guardano con sospetto questa milizia, dato che per lo più i Figli dell’Iraq invece sono stati reclutati tra i sunniti – in tal modo contribuendo ad acuire lo scontro interreligioso ed interetnico.
Nell’aprile del 2009, il governo iracheno si era impegnato ad assorbirne almeno il venti per cento nella polizia e nelle forze armate, ma oggi ancora 50.000 Sahwa sono in attesa di una occupazione, mentre continuano a percepire tra i 255 e i 610 dollari al mese.
Con il disimpegno diretto degli Usa, gli Sahwa sono ovviamente atterriti dalla prospettiva di trovarsi in un completo isolamento, mentre sono continuo bersaglio di un numero crescente di attacchi terroristici, nella situazione di disintegrazione politica, etnica e religiosa cui l’Iraq sta assistendo da mesi, in assenza persino di un governo centrale.
“I terroristi dicono di noi: voi siete I figli dell’America e non lasceremo vivo neanche uno di voi, dopo il ritiro degli Usa”, racconta un comandante Sahwa di Samarra. Il perché è facile da comprendere, come spiega Zuhair al-Chalabi, il funzionario del governo che si occupa degli Sahwa: “la guerra contro Al-Qaeda è una guerra di intelligence e molti capi di Al-Qaeda sono stati arrestati grazie alle soffiate degli Sahwa”.
Come accaduto già in Vietnam, ora i collaboratori delle forze armate americane si trovano abbandonati alle ritorsioni delle forze insurrezionali ed è evidente che agli Usa interessa ormai ben poco dei Figli dell’Iraq, avendo a che fare con problemi ben più complessi, nella intricata partita mediorientale.
Fonte:Clarissa.it
 

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