IRAN. DIRITTI UMANI: CONTINUANO LE IMPICCAGIONI DEGLI ATTIVISTI

Aggiornato il 08/02/21 at 08:52 pm

di Shorsh Surme –— Dopo la vittoria del presidente Joe Biden si parla speso di togliere le sanzioni imposte all’Iran da parte dall’amministrazione di Trump e di stabilire la rotta per una nuova politica americana nei confronti della Repubblica Islamica, con i diritti umani al centro dell’agenda della Casa Bianca.
Gli ultimi cinque anni sono stati terribili per i diritti umani in Iran dove sono palpabili il malcontento, il peggioramento delle condizioni economiche e la continua repressione delle proteste, in particolare quella del novembre 2019, considerata le protesta più grave che il paese abbia mai visto negli ultimi decenni.
Per sedare le manifestazioni, le forze di Pasdaran (Guardie della rivoluzione islamica) hanno usato e continuano a usare una violenza inaudita e letale, e la magistratura ha emesso pene detentive sempre più dure nei confronti di avvocati e di attivisti per i diritti umani, i quali dopo processi gravemente iniqui sono stati condannati a morte.

Eppure tutto sembra incentrato solamente sul dossier nucleare, descrivendolo come il problema principale da risolvere con l’Iran.

Non dimentichiamo che questo punto di vista trascura sicuramente il legame tra i diritti umani e le preoccupazioni sulla sicurezza, inclusa la diffusione delle armi nucleari. In effetti gli Stati Uniti possono affrontare in modo più efficace tutti i loro principali interessi strategici riguardanti all’Iran, dalla proliferazione nucleare, alla produzione di missili, al coinvolgimento nei conflitti regionali, al terrorismo e al mercato petrolifero, offrendo comunque ai diritti umani un posto centrale nella loro politica estera.

Per più di un decennio la società civile Iraniana e le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno continuato e continuano ancora oggi a chiedere con insistenza agli ayatollah una riforma delle politiche iraniane sulla pena di morte, ma la richiesta viene costantemente ignorata. Solo nel primo mese di gennaio 2021 sono stati impiccati diversi giovani attivisti curdi nella citta di Kermashah, nel Kurdistan Iraniano.