Iraq: ucciso il leader dell’ISIS della regione meridionale

Aggiornato il 03/02/21 at 08:57 pm

https://sicurezzainternazionale.luiss.it—–Il primo ministro iracheno, Mustafa al-Kadhimi, ha dichiarato, nella sera del 2 febbraio, che un altro leader dello Stato Islamico è stato ucciso nel corso delle operazioni condotte dalle forze irachene. Si tratta di Abu Hassan al-Gharibawi, leader dell’ISIS responsabile delle operazioni nel Sud dell’Iraq.

Stando a quanto annunciato dal premier, anche un altro terrorista è stato eliminato, Ghanem Sabah Jawad, il quale si occupava del trasporto di kamikaze e di altri militanti dello Stato Islamico. “Lunga vita all’Iraq” sono state le parole del premier alla fine del suo Tweet, in cui ha affermato che le operazioni, tuttora in corso, volte a eliminare le cellule terroristiche ancora attive nel Paese, mirano altresì a onorare i martiri rimasti vittima del terrorismo. Stando a quanto specificato dal portavoce dell’Ufficio del comandante in capo delle forze armate, il maggiore generale Yahya Rasool, era stato proprio Ghanem Sabah Jawad, ucciso il 2 febbraio nel corso di un attacco aereo, a trasportare a Baghdad gli attentatori responsabili del doppio attentato suicida perpetrato, il 21 gennaio, nel centro della capitale, a piazza Tayran, che ha provocato la morte di 32 individui e il ferimento di altri 110. Il suo vero nome era Jabbar Ali Fayyad.

Come riferito da Rasool, le forze di sicurezza irachene sono tuttora alle prese con le operazioni volte a scovare i rifugi dello Stato Islamico nelle aree impervie dell’Iraq, sebbene sia stata evidenziata l’assenza di un incubatore, il che rende la missione più complessa. Nonostante ciò, stando a quanto riportato dalla Media Security Cell, sono 4 i terroristi uccisi dalle forze irachene nella sola giornata del 2 febbraio, nel distretto di Abu Ghraib, a Ovest di Baghdad, i quali si aggiungono alla lista dei militanti morti nelle ultime settimane. Tra questi vi è stato anche il cosiddetto “vice califfo dell’ISIS”, Abu Yasser al-Issawi, tra i principali punti di riferimento dell’organizzazione terroristica in Iraq, morto il 28 gennaio, a seguito di un’operazione condotta nel governatorato di Kirkuk. Alle operazioni hanno preso parte anche gli aerei della coalizione anti-ISIS a guida statunitense, la quale continua a partecipare alla lotta al terrorismo in Iraq fornendo un contributo essenziale nel caso di attacchi di precisione.

Le uccisioni del 28 gennaio e del 2 febbraio si collocano nel quadro delle operazioni lanciate a seguito dell’attacco del 21 gennaio, il quale ha messo in luce la necessità per l’apparato di sicurezza iracheno di impegnarsi maggiormente per far fronte ai gruppi terroristici che continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza dell’Iraq. A tal proposito, l’ultima operazione è stata lanciata il primo febbraio. Questa è stata soprannominata “Leoni dell’isola”, ed è condotta prevalentemente nelle aree occidentali di Salah al-Din e Ninive, su nove assi principali. Inoltre, in un quadro di crescente mobilitazione, il 2 febbraio stesso, i servizi di sicurezza nazionale iracheni hanno affermato di aver sventato un attacco a Baghdad, a seguito dell’arresto di un presunto attentatore suicida affiliato allo Stato Islamico, il quale aveva pianificato un attentato nella capitale.

 

La presunta fine dello Stato Islamico risale al 9 dicembre 2017, quando, dopo tre anni di battaglie, il governo iracheno annunciò la vittoria sull’ISIS. Tuttavia, nel 2020 è stato registrato un crescente riemergere dell’organizzazione. A tal proposito, il Global Terrorism Index 2020 colloca l’Iraq alla seconda posizione, dopo l’Afghanistan, tra i 163 Paesi maggiormente colpiti dalla minaccia terroristica, sebbene nel Paese, nel corso del 2019, sia stata registrata una diminuzione del 46% nel numero di vittime provocate dal terrorismo.

In tale quadro, secondo i “Country Reports on Terrorism 2019”, l’Iraq rappresenta un membro fondamentale della coalizione internazionale anti-ISIS e partecipa a tutti i diversi gruppi di lavoro ad essa legati, tra cui Foreign Terrorist Fighters, Counter-ISIS Finance Group, Stabilization, and Communications. Nonostante ciò, è stato evidenziato, lo Stato Islamico ha continuato a rappresentare una seria minaccia. La campagna condotta dall’ISIS, è stato specificato, mira a ristabilire il cosiddetto califfato, un obiettivo che viene perseguito facendo leva sul sostegno delle popolazioni di Ninive, Kirkuk, Diyala, Salah al-Din e Anbar, soprattutto in quelle aree tuttora contese tra il governo regionale del Kurdistan e il governo federale, dove non è chiaro chi debba occuparsi della sicurezza dell’area, provocando ulteriore caos e fragilità.

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